Stuprata davanti al figlioletto, condannati autore e complice

Riconosciuti 20mila euro di provvisionale alla donna

I carabinieri (foto di archivio)

I carabinieri (foto di archivio)

Ortonovo, 20 gennaio 2017 - Entrambi condannati per lo stupro anche in Corte di appello, con una lieve attenuazione della pena nei confronti dell’autore materiale della violenza sessuale, rispetto all’altro su cui gravava la recidiva specifica reiterata: 8 anni, 10 mesi e venti giorni di reclusione confermati a quest’ultimo: 7 anni e quattro mesi all’altro, rispetto agli 8 anni inflitti in primo grado. Il fattaccio risale al 25 luglio del 2015; venne ricostruito dal pm Giovanni Maddaleni che coordinò le indagini-lampo dei carabinieri: la brutale aggressione a sfondo sessuale ad opera di O.S. 46 anni, magrebino (pubblichiamo solo le iniziali a tutela della vittima altrimenti riconoscibile) per estorcere denaro alla cognata.

Nella scena della barbarie comparve anche un temperino, puntato alla gola del figlioletto di due anni della donna, con la minaccia di ucciderlo. Poi, dopo la violenza sessuale, anche la rapina: 85 euro sottratti dal portafoglio di lei. L’uomo voleva dei soldi. E con un complice, B.I, 47 anni, siriano, tese la trappola alla donna, chiedendole un passaggio in auto con la scusa di andare a recuperare un televisore. Il complice si adoperò nel bloccare la donna, afferrandole i piedi, durante la violenza sessuale perpetrata nell’auto in una zona isolata di Ortonovo. Tutto ciò sostenendo di vantare un credito nei confronti della famiglia della vittima.

Già poche ore dopo la violenza aveva chiamato la sua ex compagna per comunicarle di aver abusato della sorella e per minacciarla di continuare con la violenza nei confronti dei componenti della famiglia se non avessero saldato il debito. Ma l’uomo non sapeva che i carabinieri erano già sulle sue tracce e che avevano ascoltato – grazie alle intercettazioni telefoniche disposte dopo la presentazione della denuncia da parte della donna – le minaccealla ex compagna e l’ammissione di quanto commesso. Oltre alle pene detentive (il complice assistito dall’avvocato Fulvio Biasotti è stato assolto dal reato di rapina), gli imputati sono stati condannati in solido al pagamento di una provvisionale di 20mila euro a favore della donna violentata e del marito, patrocinati dagli avvocati Jacopo Alberghi e Gabriele Capetta. Anche l’uomo - hanno riconosciuto i giudici - aveva sofferto psicologicamente, per via indiretta, della violenza subita dalla moglie.