Incinta di 9 mesi: costretta a vivere senza riscaldamento e acqua calda

Il contatore era stato chiuso da Acam per un debito dell’ex inquilino

I coniugi Molinari nella loro casa  in attesa del lieto evento

I coniugi Molinari nella loro casa in attesa del lieto evento

Luni (La Spezia), 4 gennaio 2018 -  L’idea era quella di trasferirsi in una comoda villetta con giardino nel Comune di Luni aspettando il momento più importante della loro vita, come la nascita di un figlio. E infatti a fine mese arriverà la primogenita della coppia. Ma l’attesa non è delle più piacevoli. Roberto e Daniela infatti sono costretti da settimane a vivere al freddo: senza riscaldamento e senza acqua calda.

La vicenda è un classico esempio di italica burocrazia, rimpalli di competenze e silenzi. Tutto è legato a un contatore, tecnicamente piombato, che nessuno pare avere la possibilità di riattivare perchè l’ex utente, ed ex inquilino, risulta ancora moroso. Insomma non ha pagato chissà quante bollette e il gestore, come da prassi, ha staccato tutto.

Ma la stranezza della vicenda è proprio legata al debito che Roberto Molinari, originario di Avenza e dal primo dicembre residente nella zona di zona Sottoferrovia a Luni, non ha contratto. Debito del quale era ignaro anche il proprietario dell’immobile che lo ha affittato. Si tratta, infatti, di un mancato pagamento dell’affittuario precedente che, per dimenticanza o resto, non lo ha onorato facendo scattare il procedimento.

E così nonostante i ripetuti solleciti, i tentativi per spiegare la situazione agli uffici di competenza e anche il coinvolgimento di un legale, la situazione non è milgiorata. E la casa è ancora al freddo.

«Quando siamo entrati nella nuova abitazione - spiega Roberto - sembrava tutto in regola. Poi il 5 dicembre Acam Gas ha bloccato tutto in quanto è partito l’imput dall’amministrazione centrale di chiudere l’utenza a causa di una morosità». Sembrava che tutto si potesse risolvere in breve tempo e invece la situazione non si è mai mossa.

«Abbiamo acquistato una stufa per riscaldarci - prosegue Molinari - e una piastra per garantirci l’acqua calda. Di certo una situzione paradossale. E pensare che da Avenza ci siamo trasferiti qui proprio per cercare una maggior comodità. Una casa più grande in attesa della bambina che arriverà a fine mese, un giardino utile per far giocare il cane e una bella posizione. Insomma sembrava la scelta giusta». Invece tutto è ancora fermo e quel codice per sbloccare quel “pulsante” non è ancora stato schiacciato.

«Non so quante telefonate ho fatto - conclude Roberto Molinari - nè le mail inviate dal mio legale che sta cercando di velocizzare le operazioni anche perchè Daniela è entrata nell’ultimo mese di gravidanza e non può davvero pensare a ulteriore stress, oltre a quello già accumulato in queste settimane. Inizialmente l’abbiamo presa con ironia ma adesso la situazione si sta facendo davvero molto pesante».