"E’ stato uxoricidio premeditato", 30 anni confermati per Iemma

Niente sconti in appello per l’uccisione di Antonietta Romeo

Antonietta Romeo

Antonietta Romeo

Sarzana, 4 ottobre 2016 - Trent'anni di carcere per Salvatore Iemma. La Corte d’appello di Genova ha confermato la sentenza emessa il 28 luglio dello scorso anno per l’uomo che la notte del 13 agosto 2014 uccise la moglie quarantenne Antonietta Romeo, dalla quale viveva separato da circa un anno e mezzo.

Il legale dell’uxoricida, avvocato Andrea Guastini, ha preannunciato ricorso in Cassazione. La sentenza è stata emessa ieri poco prima delle 16. In aula Salvatore Iemma, che sta scontando la pena nel carcere di Novara, ha reso dichiarazioni spontanee. «Sono pentito per quello che è accaduto, avrei voluto morire io – ha detto ai giudici Iemma –, ho agito in uno stato di grande emotività. Mi pento amaramente». Poi ha chiesto scusa anche ai suoceri per le lettere che aveva inviato loro dal carcere. «Ho sbagliato – ha proseguito Iemma  – anche a scrivere frasi offensive ai miei suoceri che mi hanno sempre trattato bene, chiedo scusa ad entrambi».

I giudici Annaleila Dello Preite e Roberto Carta sono rimasti poco più di un’ora in camera di consiglio poi la sentenza che conferma quella di primo grado di cui fra 30 giorni usciranno le motivazioni. «Ci rivolgeremo alla Corte di Cassazione – ha spiegato l’avvocato Andrea Guastini – pur non ignorando le difficoltà che incontremo in seguito ad una doppia conferma». Dopo la richiesta di conferma della condanna a 30 anni e la breve esposizione del Procuratore generale Roberto Carta, l’avvocato Guastini ha parlato per oltre due ore, puntando soprattutto sull’assenza di premeditazione: per il penalista sarzanese Iemma non poteva pianificare l’uxoricidio e nella stessa giornata provvedere al pagamento delle bollette e dell’assicurazione dell’auto.

«Perché – ha affermato Guastini – farlo poi davanti al figlio sfondando la porta di casa. Si è trattato di un delitto d’impeto». Ad inchiodare Iemma sarebbero state le intercettazioni ambientali in carcere nel corso delle quali avrebbe detto ai figli che una moglie che tradisce deve essere uccisa. Erano le 22 del 13 agosto di due anni fa quando Iemma si era presentato in via Turì a Sarzana a casa dell’ormai ex moglie: la coppia era separata da un anno e mezzo. Entrò in casa con la pistola e la uccise, poi portandosi via l’arma fuggì in auto. Alcuni giorni dopo, mentre era in atto una gigantesca caccia all’uomo da parte dei carabinieri, Iemma si costituì nel carcere di Massa.