Uccisa in casa. Con le mani mozzate, ma l’assassino è ancora imprendibile

Val di Magra: tre anni di indagini sull’omicidio della pensionata

Marina Palma a «Chi l’ha visto?» la scorsa estate quanto venne rivelato l’identikit dell’assassino

Marina Palma a «Chi l’ha visto?» la scorsa estate quanto venne rivelato l’identikit dell’assassino

Castelnuovo Magra (Spezia), 26 novembre 2016 - L’orrore di quella scena continua a costituire un incubo per la gente della Val di Magra: Marisa Morchi, 77 anni, era riversa a terra in un lago di sangue, con le mani mozzate, quando sua figlia Marina arrivò in casa all’ora di pranzo e fece l’agghiacciante scoperta.

Un urlo straziante, il 14 marzo del 2013, squarciò la quiete di via Palvotrisia a Castelnuovo Magra, lì dove la pensionata abitava, in una modesta casa in affitto. L’inizio di un tormento per Marina, l’affacciarsi di mille interrogativi sul movente della mano omicida che, con una roncola, aveva infierito sulla povera donna, allontanandosi da lei, ma confezionando prima una rappresentazione da decifrare: attorno al corpo della vittima una ‘cornice’ di caramelle (prelevate da un barattolo in casa), appoggiata sulla schiena dell’anziana una foto di lei bambina (strappata da una parete). Materia per psichiatri, che indusse gli inquirenti a battere la pista di un rancore che veniva da lontano. Pista poi dissoltasi al pari delle altre coltivate dai carabinieri, con l’effetto indotto di gettare nello sconforto i familiari della vittima. Fino a qualche giorno fa, quando si è riaccesa la fiamma della speranza.

Questione di notizie trapelate dal riserbo: quelle relative a due perquisizioni. Destinatari della visita dei carabinieri, due uomini, padre e figlio, residenti alla Spezia, somiglianti fra loro e, soprattutto, somiglianti all’identikit del possibile assassino. L’identikit venne desunto dai ricordi di un vicino di casa dell’anziana che, dopo l’omicidio, descrisse ai carabinieri la figura di un uomo smilzo che percorreva via Palvotrisia con un sguardo truce, un fare sospetto e un sacchetto di plastica, con qualcosa dentro, in mano. I carabinieri non hanno mai divulgato quel disegno: si sono limitati a distribuirlo alle stazioni e a collocarlo sulle Gazzelle circolanti nel territorio spezzino e in quelli attigui.

A rendere di dominio pubblico l’identikt, all’inizio della scorsa estate, fu la trasmissione «Chi l’ha visto?» a corredo dell’appello lanciato dalla figlia della vittima, scoraggiata dal flop delle indagini. Gli incartamenti le furono messi a disposizione in parallelo all’archiviazione del fascicolo. «Aiutatemi a trovare l’omicida...», l’appello della figlia. Le recenti perquisizioni - e arriviamo ai giorni scorsi - sono l’effetto del riconoscimento effettuato da un telespettatore che, un giorno dopo il servizio, contattò la redazione, asserendo di aver visto un uomo con le fattezze dell’identikit, in una via a margini dell’abitato, proprio nella mattinata in cui avvenne il delitto. La sua premura fu anche quella di fornire le generalità di due persone, padre e figlio, dal volto compatibile.

Siamo allo svolta? Di certo le perquisizioni – scattate anche a seguito delle tracce lasciate dai cellulari sulle celle telefoniche di Castelnuovo nel giorno del delitto e considerati i precedenti per rapina e furto degli indagati – non hanno portato a scoperte significative da porre in relazione con l’omicidio. Gli inquirenti paiono sconsolati. Ma le indagini proseguono, trovando nuovo impulso ancora da «Chi l’ha visto?» che, mercoledì sera, è tornato a ritessere il filo del giallo, sull’onda della notizia delle perquisizioni. Risultato: un’altra segnalazione giunta alla redazione televisiva a riscontro dell’identikit, che adesso attraverso l’avvocato Francesco Cristiani che assiste i familiari della vittima è stata girata ai carabinieri. «Un atto dovuto fornire anche questo elemento – spiega il legale – Sono i primi i carabinieri ad auspicare la partecipazione dei cittadini a supporto dell’impegno per la sicurezza. Ora restiamo in attesa di sviluppi».