Monossido di carbonio dalla caldaia: genitori e bimbo rischiano di morire

Il padre, prima di perdere i sensi, è riuscito a telefonare al 118

Militari specializzati al lavoro nella camera iperbarica di Comsubin, l’unica di tutta la Provincia

Militari specializzati al lavoro nella camera iperbarica di Comsubin, l’unica di tutta la Provincia

Ameglia, 12 gennaio 2017 -  TRAGEDIA sfiorata l’altra sera ad Ameglia. Una famiglia ha rischiato la morte per il cattivo funzionamento della caldaia di riscaldamento e la conseguente fuoriuscita di monossido di carbonio. Per fortuna il padre si è reso conto di quello che stava accadendo prima di perdere i sensi ed ha avuto la forza di chiedere aiuto riuscendo così a salvare la moglie e il figlio di dieci anni. La situazione clinica dei tre componenti il nucleo familiare era molto grave ma il tempestivo intervento e la terapia effettuata al centro di ossigeno terapia iperbarica di Comsubin della Marina Militare spezzina è stato decisivo per risolvere la situazione. Ora genitori e figlio sono fuori pericolo.

IL DRAMMA martedì sera, verso le 20 nell’abitazione della famiglia a Caffaggio, frazione del Comune di Ameglia. In casa c’erano il padre di 51 anni, la madre 42enne e il figlio di 10 anni. Ad un certo punto il padre si è reso conto del torpore che lo stava assalendo e che già aveva colpito i suoi familiari. Mentre le forze cominciavano a mancargli è riuscito a chiedere aiuto telefonando al 118 della Spezia. Rapido l’intervento delle due ambulanze, inviate dalla centrale operativa, della Croce Rossa di Ameglia e della Pubblica assistenza di Romito Magra. Genitori e bimbo sono stati subito trasportati al pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana dove, vista la gravità della situazione, è stata allertata la Marina Militare. A quel punto è scattato il sistema di reperebilità di Consubin per sottoporre i tre intossicati ad un trattamento di ossigeno terapia in emergenza-urgenza che è stato condotto da ufficiali medici e sottufficiali infermieri della Marina Militare specializzati in medicina subacque ed iperbarica. Sono intervenuti anche i palombari del gruppo operativo subacqueo.

IN breve tempo i tre componenti del nucleo familiare di Ameglia sono stati trasferiti in ambulanza al centro Oti del Varignano, presso il quale è attivo l’unico impianto iperbarico della Provincia, per effettuare il primo fondamentale  trattamento. Un intervento che, se condotto secondo precise indicazioni e rigorosi protocolli d’impiego, è in grado di garantire risultati clinici importanti nei casi di avvelenamento da monossido di carbonio ma anche di decompressioni conseguenti ad attività subacque ed altre situazioni del genere. Fra l’altro grazie alla convenzione  tra il raggrupamento subacquei ed incursori e l’Asl 5 dal 20 settembre scorso sono già stati effettuati 263 interventi di ossigeno terapia.