I missionari diventano affittacamere e le presenze turistiche s’impennano

Vacanze di “riflessione” nel santuario del Mirteto a Ortonovo

Padre Mario Villafuerte, rettore dell’antico monastero di Ortonovo (Pasquali)

Padre Mario Villafuerte, rettore dell’antico monastero di Ortonovo (Pasquali)

Ortonovo (La Spezia), 9 agosto 2017 - Da lassù il colpo d’occhio è unico: lo sguardo spazia dalla vallata fino alla costa senza soluzione di continuità nitido come una cartolina. Alle spalle invece ci sono i monti verdissimi e il borgo di Ortonovo con la sua chiesa e il campanile restaurati di recente. Il luogo ideale per una vacanza tutta natura e spiritualità. «Il nostro obiettivo è proprio questo – confessa padre Mario, il rettore del Santuario del Mirteto, membro della Fraternità missionaria di Maria a cui il vescovo ha affidato l’amministrazione del bellissimo complesso, un tempo casa dei frati domenicani –, fare di questo luogo uno spazio di riflessione e rigenerazione interiore, a contatto con la natura e un panorama incantevole». In realtà il progetto di padre Mario Villafuerte, arrivato in Italia nel 1997 da El Salvador, dove ha lasciato la mamma e otto fratelli, è tutt’altro che un miraggio. Parte di quel progetto è già stato realizzato e le celle dell’antico monastero, trasformate in camerette confortevoli, vengono affittate per brevi soggiorni, soprattutto a famiglie.

IL CENTRO si chiama “Al Vecchio convento” e lo si trova sui siti internet specializzati. D’estate, nei fine settimana, le undici camere sono quasi sempre tutte occupate. Il picco delle prenotazioni si registra in agosto, ma anche negli altri mesi la presenza è buona, tanto è vero che da quando “Il Vecchio convento” ha aperto le sue porte le statistiche delle presenze turistiche del comune di Ortonovo hanno registrato un’impennata. «Certo – spiega padre Mario – le spese di manutenzione sono tante e non abbiamo ancora raggiunto la piena autonomia finanziaria, ma siamo sulla strada giusta». Per rimettere in sesto il complesso sono arrivati 155 mila euro destinati dalla Regione a fondo perduto, ma i lavori sono costati 500mila, il rifacimento del tetto lo ha finanziato la Cei, la Conferenza episcopale. La scelta di affidare il complesso alla Fraternità missionaria di Maria, nata nel 1985 - la casa madre è in Guatemala - fu del vescovo Bassano Staffieri, quando se ne andarono i padri Orionini. I missionari erano già presenti in Italia dove gestivano diverse parrocchie, l’allora capo della diocesi spezzina li scelse in considerazione della loro devozione a Maria, cui il santuario del Mirteto è dedicato. La tradizione vuole che qui la Madonna sia apparsa versando lacrime e sangue, e la comunità, non solo ortonovese, è particolarmente legata a questo luogo.

MA perché i missionari vennero in Italia? «Tutto è legato al fatto che i sacerdoti del paese centroamericano che venivano a studiare in Vaticano avevano bisogno di vitto e alloggio – spiega padre Mario nel suo italiano impeccabile – e così diversi religiosi si trasferirono assumendo l’amministrazione di varie parrocchie, prima a Palestrina, vicino Roma, poi in Abruzzo, nelle Marche e fino ad Aosta. Così la nostra comunità si è consolidata ed è presente anche alla Spezia». «I nostri religiosi – ricorda padre Mario – vivono in comunità e si collocano a metà fra i sacerdoti e i monaci. In origine non si occupavano delle parrocchie, poi il nostro ruolo si è allargato». E, unendo alla cura delle anime una indiscussa attitudine all’amministrazione delle cose terrene, è nato “All’Antico convento”, dove l’attenzione alle esigenze dello spirito e a quelle del corpo ha trovato una sintesi felice.