Donna resa invalida dalle botte: marito condannato per le violenze

Il giudice ha inflitto cinque anni e 6 mesi di carcere a un cinquantenne

L’inaugurazione della stanza del “codice rosa” in ospedale

L’inaugurazione della stanza del “codice rosa” in ospedale

Castelnuovo Magra, 2 marzo 2017 - QUANDO il giudice ha pronunciato la pesante condanna per la ex moglie, maltrattata e umiliata da anni, è diventato forse un po’ più sopportabile quell’incubo che forse non finirà mai. Cinque anni e 6 mesi di reclusione è la pena a cui i giudici del tribunale della Spezia ha condannato un cinquantenne extracomunitario di cui non pubblichiamo il nome per proteggere  la donna e i quattro figli, tutti minorenni, che ora vivono con lei in una località segreta. Per anni l’uomo aveva costretto la moglie trentenne a subire umiliazioni e botte. La terribile storia di violenza domestica si è svolta a Castelnuovo Magra. Violenze tanto pesanti quelle che aveva dovuto subire, secondo quanto accertato nel corso del processo penale, che la giovane mamma ha riportato un’invalidità permanente. Le violenze, confermate dai referti dell’ospedale, si erano ripetute ed erano diventate ancora più pesanti a partire dal novembre del 2015. In alcune occasione la donna era stata colpita con un bastone e proprio in quelle occasioni ha riportato una lesione tanto grave che le ha procurato l’invalidità permanente. 

LA “RETE” di protezione che ha poi consentito alla donna di liberarsi dall’incubo era stata la richiesta di aiuto alle forze dell’ordine partita dai vicini durante l’ultima violenta aggressione. Soccorsa e accompagnata in ospedale, la trentenne a quel punto, con il sostegno degli operatori del “codice rosa”, era riuscita a ribellarsi denunciando le violenze del marito e provando a ricostruirsi una vita normale con i suoi figli. Ad assisterla il centro antiviolenza “Mai più sola” di Sarzana e Val di Magra, gestito dall’associazione Vittoria presieduta dall’avvocato Maria Cristina Sinopoli che le ha garantito l’assistenza legale. Nello stesso tempo è andata avanti l’inchiesta penale attraverso le indagini dei carabinieri della stazione di Castelnuovo in collaborazione con il comando compagnia di Sarzana, coordinate dalla Procura spezzina.

LE INDAGINI hanno portato alla luce una situazione allucinante. Gli uomini dell’Arma nel corso della loro attività hanno raccolto testimonianze e referti medici che confermavano le botte che la donna era costretta a subire. Lei ha avuto tutta l’assistenza prevista dal protocollo da parte del centro antiviolenza ed è riuscita a rifarsi una vita: si è trasferita con i quattro figli minorenni in un’altra città tenuta segreta, e lì sta cercando di dimenticare i terribili anni del matrimonio. L’uomo è comparso l’altro ieri davanti al giudice Fabrizio Garofalo. Il pubblico ministero Claudia Merlino ha ricostruito la vicenda e la donna si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Maria Cristina Sinopoli che l’ha seguita per l’intero iter giudiziario. Il processo si è chiuso con la condanna a 5 anni e 6 mesi di carcere contro cui la difesa dell’uomo ha preannunciato appello.