Dieci indagati e due perquisizioni. Delitto Morchi, l’assassino sfugge

Blitz dei carabinieri dopo la diffusione dell’identikit ma gli alibi reggono

Marina Palma a «Chi l’ha visto?» la scorsa estate quanto venne rivelato l’identikit dell’assassino

Marina Palma a «Chi l’ha visto?» la scorsa estate quanto venne rivelato l’identikit dell’assassino

Val di Magra, 20 novembre 2016 -  I CARABINIERI hanno bussato alle loro porte delle loro rispettive abitazioni di prima mattina, esibendo un decreto di perquisizione. Un atto connesso ad una delle più articolate, complesse e, finora, inconcludenti indagini per omicidio volontario, quella sull’uccisione di Marisa Morchi, la pensionata di Castelnuovo Magra che, il 14 marzo del 2013, venne trovata dalla figlia Marina Palma in un lago di sangue con le mani mozzate e dilaniata sul corpo da ferite da taglio, nella sua abitazione di via Palvotrisia. Un atto dovuto la perquisizione a fronte di un input investigativo conseguente alla diffusione, attraverso la trasmissione «Chi l’ha visto?» per iniziativa dei familiari della vittima, dell’identikit del possibile assassino messo a punto dagli inquirenti sin dai primi giorni del delitto ma non diffuso per via istituzionale. Un disegno che, secondo la testimonianza di un telespettatore prima resa alla redazione di «Chi l’ha visto?» e poi ai carabinieri, collimava se non perfettamente almeno per gran parte con le sembianze di due persone, legate tra loro da vincoli di parentela. Di qui le due perquisizioni, in due case diverse dello Spezzino, in abitano i due indagati, con alle spalle piccoli precedenti per furto; obiettivo: trovare reperti connessi al delitto, a cominciare dall’arma da taglio (probabilmente una roncola) utilizzata dall’assassino. Risultato: niente di niente. Solo l’incredulità e la paura viscerale dei due perquisiti, che fin da subito hanno sostenuto di non aver niente a che fare con l’omicidio. Per dimostrarlo, dopo aver realizzato la gravità della situazione, hanno scavato nella mente e ricostruito come trascorsero il 14 marzo di tre anni fa. Nessun dubbio: erano nei rispettivi luoghi di lavoro. La circostanza sarebbe stata riscontrata.

DI SICURO fonti investigative evidenziano come la perquisizione non abbia prodotto risultati e le indagini mirate sui due individui abbiamo certificato la tenuta del loro alibi. Insomma, un altro buco nell’acqua dopo la complessa indagine che, lo scorso inverno, aveva indotto la procura a chiedere l’archiviazione delle posizioni delle persone inizialmente indagate. Il gip aveva certificato sforzi e esiti negati della prima fase delle indagine. Ma il fascicolo resta aperta. E, come detto, negli ultimi giorni è andato arricchendosi con i due verbali delle perquisizioni indotte dall’esito della diffusione dell’identikit. E, trapela dal riserbo, gli attenzionati non sono stati solo i due perquisiti. Altre segnalazioni sono giunte agli inquirenti. E la circostanza ha portato questi ultimi a vagliare la posizione di altre otto persone, per le quali, però, non si è reso necessario arrivare fino al punto del blitz nelle rispettive abitazioni. Già i dati relativi al traffico telefonico e alla localizzazione dei rispettivi telefoni cellulari hanno ’collocato’ gli indagati a chilometri e chilometri di distanza dal luogo del delitto. Cosa, invece, non emersa nell’immediatezza per quanto riguarda i due soggetti perquisiti che, in effetti, quel giorno, secondo quanto rilevato dalla localizzazione dei cellulari, erano transitati da Castelnuovo Magra.