Coltivazioni devastate dai cinghiali. "Ho 83 anni, distrutto il mio lavoro"

Vezzano, Luciano Scapazzoni “assediato” dagli ungulati chiede aiuto

Luciano Scapazzoni, 83 anni, coltiva ancora da solo il suo podere

Luciano Scapazzoni, 83 anni, coltiva ancora da solo il suo podere

Vezzano (La Spezia), 9 settembre 2017 - Un terreno agricolo di circa trentatremila metri quadrati, i sacrifici di tutta una vita, la fatica di coltivare tutto da solo, a 83 anni, ma anche la grande gioia di vedere le viti crescere rigogliose e quattrocento vigorose piante di olivo. Qualche volta si deve fare i conti con il maltempo, ma nessun problema per Luciano Scapazzoni che sia così insormontabile da ostacolare la crescita dei prodotti in un appezzamento di terreni così grande da non vederne la fine e soprattutto coltivato con passione. Tranne uno, da qualche anno, spietato e di non facile soluzione: una ventina di cinghiali che hanno preso di mira il suo terreno e quello di un vicino, poco più in là, nella località di Vezzano chiamata Lozzana.

Almeno venti cinghiali, così dice Scapazzoni, è il numero avvistato del branco che circola da quelle parti della collina di Vezzano. A gruppi, implacabilmente ogni sera verso le 23, quando il suo cane, Tarzan, comincia ad abbaiare è il segnale del loro avvicinamento: "Il mio cane li vede e li sente, ma loro non hanno paura e devastano tutto ciò che ho coltivato. Non si avvicinano alla casa dove la luce si accende, ma mia figlia una sera ne ha visti almeno cinque proprio vicino all’abitazione".

Il terreno è pieno di strane serpentine: "Questi sono i sentieri che si sono scavati – mostra Scapazzoni guidando il cronista lungo tutto il suo podere – e questo è quello che rimane della mia uva e del mio lavoro".

Si vedono ovunque strisce di sentieri battuti e quello che rattrista è l’immagine delle viti, dove c’è ancora attaccato qualche grappolo qua è là, soltanto più in alto, nei punti in cui i cinghiali non riescono ad arrivare: "Ho preso anche dei premi alla sagra dell’uva per come mantengo le vigne – spiega lì’anziano agricoltore – ma ora non rimane più nulla di tutto il mio lavoro, solo le briciole che mi lasciano i cinghiali. Vengono, scavano, mangiano tutta l’uva che trovano a disposizione. Ho provato a fare una richiesta di risarcimento, per avere un aiuto dalla Provincia, per ora però non è venuto nessuno a verificare i danni che sto subendo".