Cava della Brina riaperta a sorpresa: «La Procura ci spieghi le ragioni»

Il sindaco Sisti: «Ponzano non può diventare un’autostrada per tir»

Il sindaco di Santo Stefano Magra, Paola Sisti, è in attesa di ricevere dalla Procura della Spezia i documenti relativi al dissequestro

Il sindaco di Santo Stefano Magra, Paola Sisti, è in attesa di ricevere dalla Procura della Spezia i documenti relativi al dissequestro

Santo Stefano Magra, 24 luglio 2017 - Ha chiesto i documenti ufficiali, per capire le motivazioni che hanno portato alla decisione di riaprire, seppure parzialmente, la cava della Brina. Il sindaco santostefanese Paola Sisti attende ora l’ufficialità del verbale della Procura della Repubblica per farsi un’idea più chiara del procedimento adottato che l’ha colta di sorpresa, al pari dei suoi concittadini e del comitato che da oltre un anno si sta battendo per avere chiarezza sul materiale utilizzato per ricostruire la collina un tempo «scavata» per estrarre il serprentino.

Il Comune di Santo Stefano Magra non è affatto spettatore della vicenda, si è affidato a un legale proprio per tutelare l’immagine dell’ente di fronte a situazioni penalmente rilevanti e a un geologo per esaminare nel dettaglio la parte tecnica dell’operazione. Inoltre il consiglio comunale ha formato una commissione di controllo e vigilanza che effettua, nel limite delle possibilità tecniche, controlli al cantiere.

«Vogliamo capire le ragioni di questa riapertura – ha spiegato Paola Sisti – e verificare quali conseguenze potrebbero esserci. Si parla di dissequestro soltanto di una parte laterale a quella posta sotto osservazione dalla Procura della Repubblica, pare per consentire ai mezzi di realizzare un percorso che interessi un’altra area dell’ex cava. Però dobbiamo avere i documenti e soprattutto sapere che cosa viene portato e le modalità dell’intervento. Anche la quantità dei mezzi in transito è una questione che va esaminata e disciplinata perché è impensabile che l’abitato di Ponzano sia una autostrada di camion in perenne passaggio per tutta la giornata. Sulla questione della bonifica dell’ex cava della Brina abbiamo sempre sostenuto di voler avere la massima certezza di quello che si sta facendo, senza dubbi e situazioni che possano essere dannose per l’ambiente e la per comunità. Esamineremo la documentazione che ci verrà consegnata anche con il comandante della polizia municipale per avere un quadro più concreto di quanto si è nuovamente venuto a creare senza il minimo coinvolgimento dell’amministrazione comunale».

Nei giorni scorsi il cantiere ha ripreso a funzionare. Dopo i sigilli posti dalla Procura in primavera scattati dall’esito delle analisi effettuate dal corpo forestale che hanno rilevato la presenza di materiali pesanti «nascosti» in profondità e mescolati con la terra, all’improvviso i camion hanno ripreso il consueto via vai attraversando l’abitato di Ponzano per poi raggiungere l’ex cava di serpentino alle spalle dell’ex ceramica Vaccari.