Bambini disabili senza assistenza. Due anni di attesa e terapie a cicli

Sos dell’associazione dei genitori: "Costretti a rivolgerci ai privati"

Una manifestazione per gli insegnanti di sostegno a scuola dell’associazione Insieme per i diritti dei nostri figli

Una manifestazione per gli insegnanti di sostegno a scuola dell’associazione Insieme per i diritti dei nostri figli

Sarzana, 26 gennaio 2018 - I BAMBINI che hanno bisogno di aiuti terapeutici sono sempre più numerosi, e a loro sempre meno l’azienda sanitaria spezzina riesce a garantire un’assistenza adeguata. Lo dimostrano le lunghissime liste di attesa al servizio di neuropsichiatria infantile, le terapie fornite a cicli di sei sedute ogni tre mesi per soddisfare più utenti possibili ma vanificandone l’efficacia, la mancata sostituzione dei medici e la carenza di convenzioni. Una situazione difficile per centinaia di famiglie che hanno trovato voce e sostegno nell’associazione “Insieme per i diritti dei nostri figli”. E proprio dall’associazione arriva la denuncia sulle gravi carenze dell’assistenza sanitaria ai bambini disabili. «Ci chiediamo come sia possibile – sostiene – pensare che un bimbo che ha bisogno di terapie continuate possa essere lasciato in lista d’attesa due anni o, ancor peggio, trattato con terapie cicliche lasciando mesi di buco?» L’associazione è nata per sostenere le famiglie nella “battaglia” per il sostegno scolastico e il pieno rispetto del diritto allo studio ed è riuscita a risolvere il gravoso problema della provincia, sottolinea, «grazie ad un intenso lavoro di rete e coordinamento con le amministrazioni del territorio e con gli uffici scolastici provinciale e regionale».

SONO centinaia i genitori che aderiscono all’associazione che è riuscita ad aprire uno sportello informativo nella Casa della Salute a Sarzana e istituire un fondo grazie ai preziosi contributi ricevuti da famiglie, associazioni culturali e sportive. Da tempo dunque l’associazione, guidata dalla presidente Sara Viola e dal vice Andrea Perotti, si batte perché i bambini disabili abbiano anche un’adeguata assistenza sanitaria. «Centinaia di bambini potrebbero risolvere o migliorare i loro disturbi o le loro patologie con un lavoro intenso fatto nei primi anni di vita, – spiegano – un bambino che inizia le giuste terapie nei primi anni di vita sia all’interno dell’Asl che nella scuola ha la possibilità di recuperare meglio e più velocemente le proprie capacità, ed essere un adulto più autonomo». E chiedono ora un lavoro di collaborazione tra Asl, Comuni, Fondazioni, associazioni e assessorato regionale alla sanità per migliorare e potenziare i servizi della Neuropsichiatria infantile. «Con le terapie a cicli si trattano moltissimi bambini e si risolvono pochissime situazioni – spiega l’associazione –, costringendo così le famiglie che se lo possono permettere economicamente a trovare negli specialisti privati un aiuto per i loro bambini. Tante rimangono senza aiuto». L’annuncio che il Centro per l’autismo di Luni non si farà ha fatto perdere molte speranze. «L’estate scorsa – ricorda l’associazione – ci era stato garantito che il Centro avrebbe preso in carico moltissimi bambini trattati dal servizio di Neuropsichiatria Infantile». All’appello dell’associazione si è unito il sindaco di Sarzana Alessio Cavarra con una lettera al direttore sanitario Andrea Conti in cui chiede di implementare la neuropsichiatria infantile, denunciando che la «dottoressa Maloni è stata sostituita solo per 18 ore, non si fa più prevenzione».

Emanuela Rosi