Auto con doppiofondo per la cocaina. Incastrati i 7 della banda di ‘grossisti’

Per l’Antimafia è un’associazione dedita alla spaccio internazionale

La cocaina sequestrata

La cocaina sequestrata

Sarzana, 12 maggio 2017 - C’ERA il capo, che manteneva i rapporti con i fornitori olandesi, si procurava dalla Germania auto con ingegnosi doppifondi per la droga, assegnava compiti e ruoli anche ai parenti affinché lo stupefacente, arrivata nei Paesi Bassi direttamente dai cartelli narcos colombiani, giungesse nello spezzino: chi metteva a disposizione un appartamento da utilizzare come laboratorio per frazionare i panetti, chi si occupava della contabilità, chi del trasporto e della distribuzione.

Non erano spacciatori improvvisati, quelli arrestati in tre differenti operazioni della Squadra mobile guidata da Girolamo Ascione, avvenute in Val di Magra tra dicembre e febbraio. Insieme costituivano una vera e propria associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Una banda italo-marocchina composta da Abdelghani Bel Aloua, 34 anni, considerato il vertice dell’organizzazione; il fratello Hicham Bel Aloua, di 37, cassiere del gruppo; Khalid Bani, 29 anni e Yassine Tebbaa, 30, che consegnavano la droga; Driss Harfouch, 45 anni, e i massesi Fabio Carriere, di 47, e Massimo Lucchesi di 46, che dovevano portare in Italia la coca. Una certezza, quella degli investigatori spezzini, certificata dal provvedimento del gip genovese Nadia Magrini, richiesto dal pm della Dia, Alberto Landolfi, notificato l’altro ieri ai 7 membri della gang, già in carcere.

L’ultimo blitz a metà febbraio, con l’arresto del capo Abdelghani Bel Aloua, Carriere, Lucchesi, Harfouch e il sequestro di 7 chili di coca purissima prelevata a Rotterdam, ha permesso di raccogliere ulteriori indizi per certificare il modus operandi dell’organizzazione, che poteva contare su un appartamento di Giucano messo a disposizione dal Carriere, dove veniva custodita e frazionata la cocaina, e di una concessionaria di import ed export d’auto in provincia di Massa, di proprietà di Abdelghani Bel Aloua, attraverso cui le auto con il doppiofondo per nascondere la droga arrivavano direttamente dalla Germania, realizzate grazie alla compiacenza di alcuni connazionali impiegati in carrozzerie locali. Marchingegni difficili da scovare, realizzati attraverso un complesso sistema di serrature elettromagnetiche: agli investigatori in un caso è stato necessario uno scanner, utilizzato dalle Dogane.

Oltre  13 i chili di stupefacente sequestrati alla banda: materiale purissimo, arrivato dalla Colombia – i panetti recavano i marchi ‘Chester’ e ‘S8’, tradizionali dei cartelli sudamericani –, che una volta immessi sul mercato al dettaglio avrebbero fruttato un guadagno di svariati milioni di euro; cinque le auto sequestrate, tra cui una Ford Kuga, una Seat Altea e due Citroen C4. Tutto era partito nella prima metà di dicembre, con l’arresto di Yassine Tebbaa a Castelnuovo, con le indagini sfociate in un successivo blitz, alle porte di Natale, sempre in Val di Magra, che aveva portato all’arresto di Khalid Bani e Hicham Bel Aloua e al sequestro di 3,7 chilogrammi di coca. Ieri, gli interrogatori di garanzia. Tutti gli indagati – Fabio Carriere è assistito dall’avvocato Alessandro Pontremoli, Hicham Bel Aloua da Giuliana Feliciani – hanno fatto scena muta davanti al gip.