"Violentata e minacciata", accuse false: assolto l’ex

Video, foto e messaggi hanno smentito la donna

L’avvocato Andrea Lazzoni

L’avvocato Andrea Lazzoni

Sarzana, 18 marzo 2017 - Le accuse nei confronti di Francesco Masetti, 30enne di Marinella, erano pesanti: violenza sessuale, maltramenti in famiglia e lesioni. Ad accusarlo era la sua compagna e al giovane, dopo le indagini innescate dalla denuncia, era stato intimato il divieto di avvicinamento alla sua casa poi applicata la misura degli arresti domiciliari.

Dopo otto udienze e una lunga serie di testimonianze, ieri in tribunale alla Spezia è arrivata la sentenza: assolto perchè il fatto non sussiste. Avrebbe avuto un peso rilevante nella decisione dei giudici la documentazione presentata dal difensore di Masetti, l’avvocato Andrea Lazzoni del foro della Spezia. Si tratta di  fotografie, video, sms, anche successivi alla denuncia della donna, depositati all’inizio del processo dal legale sarzanese. Elementi che testimoniavano una situazione ben diversa rispetto alle accuse che venivano rivolte al trentenne.

I fatti risalgono al periodo che va dal dicembre 2013 al giugno 2015 e in aula, la giovane compagna, ha confermato tutte le accuse oggetto della denuncia. Ha ribadito quindi di essere stata ripetutamente minacciata anche di morte e di lesioni gravissime, tipo «vorrei vederti in carrozzella», se lo avesse lasciato. Ma non solo: la donna ha raccontato che il compagno pretendeva di avere rapporti sessuali contro la sua volontà, anche più volte al giorno, persino quando era al settimo mese di gravidanza, percuotendola e minacciandola con un coltello.

Le minacce sarebbero proseguite anche al termine della relazione e secondo l’accusa erano indirizzate anche anche alla madre e al fratello della donna, perché non si sarebbe rassegnato a perderla. Ma le foto e i video prodotti dall’avvocato Andrea Lazzoni hanno rappresentato una realtà diversa e alla fine dell’arringa il penalista sarzanese ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per non aver commesso il fatto, richiesta accolta dal collegio giudicante presieduto da Diana Brusacà, a latere Stefania Letizia e Giacomo Nappi. Il pubblico ministero Federica Mariucci aveva chiesto 4 anni di reclusione.