La Spezia, 17 aprile 2014 - PREGÒ il figlio, col poco fiato che gli rimaneva nei polmoni: «Battiti con tutte le tue forze per avere giustizia per quello che ho sofferto e per dare giustizia ai nostri colleghi vigili del fuoco deceduti e a chi, ancora al lavoro, teme un domani di morire a causa dell’esposizione all’amianto». Era la Pasqua del 2010. Il mesiotelioma pleurico uccise qualche giorno dopo Claudio Sampiero. Aveva 72 anni, 30 dei quali trascorsi in prima linea a lottare con le fiamme, a soccorrere e salvare vite umane, in servizio al comando dei vigili del fuoco della Spezia. Il figlio Davide, che già dagli anni Novanta aveva seguito le sue orme diventando a sua volta pompiere, quando era al suo capezzale, raccolse anche il «testimone» col quale dare corso guerra legale col ministero dell’Interno per le sue negligenze. Ieri il coronamento dell’impegno.

In edicola con La Nazione di oggi il servizio completo con la testimonianza del figlio