La Spezia, 15 aprile 2014 - Un esercito di letturisti per controllare, uno ad uno, i contatori dei 125mila utenti sparsi su un territorio vastissimo, che comprende ben 26 Comuni dell’intera provincia. Acam Acque è pronta a scatenare l’«inferno» per evitare un’altra valanga di proteste come quella che si è abbattuta sulla Spa dopo le bollette da capogiro spedite nelle ultime settimane. Al momento non ci sono cause in vista, ma le lettere “minacciose” recapitate alla società di via Picco sono già una ventina.

«Abbiamo dimostrato la massima disponibilità per analizzare i casi singoli, anche in relazione alla condizione economico-sociale del cliente, e individuare eventuali anomalie legate, ad esempio, a perdite o rotture — spiega l’amministratore unico Luca Piccioli —. Per scongiurare che il problema si ripeta abbiamo potenziato il servizio di lettura, che in passato ha mostrato evidenti lacune e scarsa puntualità (in alcuni paesi le letture sono saltate addirittura per 4 anni consecutivi, ndr.), aumentando il numero degli operatori. Attualmente sono dieci le persone preposte a questa funzione, ma contiamo di mettere in campo altri impiegati riorganizzando il nostro organico per garantire almeno un controllo all’anno».

Un atto dovuto visti gli ultimi episodi: tra i più eclatanti quello di un residente di Lerici, proprietario di una villa, che si è visto recapitare un conguaglio da 40mila euro e quello di una trentina di famiglie di Beverino colpite da una mazzata a tre zeri. Nel Comune della Val di Vara sono state 600 (su un totale di 1.500) le utenze a rimborso: il gestore ha restituito ben 125mila euro. Ma le “bombe” esplose anche a Vezzano, Riccò, Rocchetta e Brugnato hanno convinto Acam ad aprire degli sportelli on the road dove accogliere gli “scontenti” e rivedere i conguagli-pazzi.

«Alcuni amministratori hanno strumentalizzato la questione dichiarandoci guerra — ha aggiunto Piccioli —. Ma da parte nostra c’è la volontà di trovare soluzioni per sostenere le famiglie in difficoltà». E questa sembra essere effettivamente la politica dell’azienda, che conta un credito verso gli utenti superiore agli 8 milioni di euro. «La crisi fa sentire il suo peso sia sulle aziende, in molte sono fallite lasciando conti in sospeso, che sui privati, la morosità è in costante aumento — ha chiuso —. Contiamo di recuperare questi soldi sollecitando i ritardatari e studiando soluzioni su misura. Ricorrere alle vie legali è l’ultima delle eventualità, perché rappresenta per Acam una vera e propria sconfitta». Intanto la società fa sapere di essere tra le prime ad aver rimborsato il 7%, addebitato in bolletta ma abrogato con il referendum del 2011, per un totale di 1 milione di euro.

Elisa Capobianco