sarzana, 10 aprile 2014 - UNA GIUNGLA di tronchi, «lavarone» e spazzatura, su cui ormai è cresciuta l’erba. Uno scempio che sembra difficile eliminare quello che regna su gran parte delle spiagge di Fiumaretta. Disperati i balneatori mentre le vacanze pasquali sono dietro l’angolo e l’apertura della stagione si avvicina guardano increduli lo spesso strato di legna marcita e detriti di ogni genere che ricopre la sabbia e galleggia nell’acqua da da quando le mareggiate di dicembre hanno seppellito il litorale. Per alcuni stabilimenti la situazione è drammatica e il rischio di saltare l’intera stagione è alto.

«Ogni anno è sempre peggio — dice Dini Rolla del Bagno Marina — certo rischiamo grosso quest’anno visto che siamo a Pasqua in queste condizioni. Ero anche pronto a prenderla tutta quella legna ma neppure ci dicono dove possiamo buttarla. Si parla di una gara d’appalto per portarla via ma qua non si vede nessuno, nonostante le promesse dell’allora ministro all’ambiente Orlando. Mi domando cosa faccia la Regione, per quale motivo non interviene». E’ furibondo Rolla, proprio quest’anno che voleva inaugurare il ristorante: «Vorrei sapere dove sono gli enti non è possibile ogni volta trovarsi in situazioni del genere. Ora saltano anche le prenotazioni». Non sta meglio il bagno Tropicana, dove l’erba cresce anche sulla scogliera.

«I clienti arrivano, vedono la situazione e non sanno cosa fare — dice il titolare Giorgio Ravecca —. Finora non ci sono state prenotazioni per la stagione estiva, li capisco, vedendo una situazione del genere si spaventano. Noi abbiamo già speso una cifra consistente lo scorso anno, ora ci vorrebbe cinque volte tanto per ripulire e il tempo stringe. La situazione non è sicuramente responsabilità dei Comuni di Ameglia e Sarzana, il problema investe invece anche molti enti della Val di Magra e Vara dove rami e rifiuti tagliati dalle varie ditte vengono poi gettati nel fiume, e a pagare poi siamo noi alla foce. Abbiamo anche interessato un legale. Sicuramente a questo punto ci vuole un intervento urgentissimo». Nella stessa situazione i bagni Sergiunca, Tamerici ed Elisa. In quest’ultimo ieri era al lavoro Tony Lucetti. «La legna si riesce a togliere — spiega — l’enorme problema è tutta quella melma sulla riva». Il titolare dell’Elisa, Roberto Zolesi, presidente dei bagni marini della Cna, si sta muovendo ad ogni livello. «Intanto — afferma — ho scritto una lettera al sindaco di Ameglia, informandolo che se dovessimo provvedere noi a ripulire la spiaggia non vogliamo pagare la Tarsu o come diavolo si chiamerà, e non ci parlino di canone demaniale: è come se si affittasse una casa piena di rifiuti. Una sentenza del Tar di Rimini per una vicenda analoga obbliga il Comune a provvedere alla pulizia dell’arenile. So che il sindaco di Ameglia ha avuto un incontro in Regione per trovare i fondi. Il problema infatti non è la legna, visto che tre ditte sembrano interessate, ma il lavarone. Ci deve essere un intervento congiunto: se lo tolgo dal mio bagno arriva in quello vicino».

«Sono disgutato — è il commento di Gianfilippo Forno di Massa — ero venuto un mese fa ora la situazione è tale e quale. Perchè?». Completamente ripulita invece dagli operatori il tratto di spiaggia che va dal bagno Italia fino all’Arcobaleno, con gli stabilimenti Venezia, Ivana e San Marco. «Sono due mesi che sto lavorando — dice Antonio Ullo dell’Italia — con amici e familiari, non ho ancora finito. Certo l’impegno è stato grande come i soldi spesi: abbiamo iniziato a febbraio e continuiamo. Sicuramente avevano meno detriti di altri colleghi ma anche noi eravamo sommersi da tronchi e rifiuti».
 

Carlo Galazzo