Spezia, 3 febbraio 2014 - UNA COLOSSALE truffa, grazie a un ingegnoso meccanismo installato sui rimorchi dei mezzi, ai danni delle società autostradali, si parla di 200-300mila euro l’anno, è stata scoperta dopo una lunga indagine, durata mesi, della guardia di finanza di Sarzana, che ha operato in sinergia con la polizia stradale di Brugnato e il sommissariato di stato scalo marittimo. Nei guai è finito il titolare di una ditta che ha sede a Santo Stefano.

Ieri mattina nel corso di un blitz congiunto da parte di finanza e polizia sono stati sequestrati e posti i sigilli a 6 rimorchi che montavano un congegno meccanico “a tendina”. che permetteva un cospicuo risparmio sul pedaggio autostradale effettivamente dovuto. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di una decina di autisti che hanno eseguito i viaggi sotto accusa. Gli investigatori della guardia di finanza di Sarzana che nell’indagine sono stati coordinati dal comandante, luogotenente Luigi Serreli, stanno accertando anche la posizione fiscale e tributaria dell’azienda coinvolta nella truffa, con particolare riferimento alla normativa sul lavoro in relazione al personale impiegato. Le indagini intanto proseguono per quantificare i termine monetari della truffa, accertare cioè da quanti anni va avanti, ma anche per verificare la posizione degli autisti e l’eventuale concorso col titolare dell’azienda. Sotto la direzione della magistratura spezzina, gli investigatori sono infatti riusciti a individuare, documentato da un dossier video e fotografico, un ingegnoso e sofisticato sistema di frode nei confronti delle società autostradali. Secondo quanto appurato dai finanzieri e dalla stradale, l’azienda di Santo Stefano avrebbe installato sui semirimorchi utilizzati quotidianamente per il trasporto di merci, particolari paratie con una singolare forma che richiama vagamente la «pinna» di uno squalo, costituite da lamine di gomma liscia (simili al battistrada di un copertone) molto compatta ma elastica, posizionate perpendicolarmente agli assi di connessione dei pneumatici.

VENIVA attivato a ogni attraversamento di casello d’ingresso utilizzando il Telepass, che rilevava un numero di assi inferiore a quelli effettivamente transitati (3 invece di 5). Era un sistema, quello architettato, infallibile, visto che il pedaggio autostradale prevede ai caselli una serie di sensori per la scansione dei mezzi e per rilevare il numero di assi dell’autocarro al fine di quantificare il pagamento. Col “trucchetto” organizzato nel momento della scansione entra in gioco la paratia installata sui rimorchi: il raggio luminoso del sensore, non incontrando lo spazio di luce presente tra una ruota e l’altra disposte su assi distinti, rimbalza sulla paratia e non calcola gli assi effettivamente transitati bensì codifica il rilevamento di uno solo di essi. Il conteggio viene così falsato e autocarri a cinque assi attraversano la stazione autostradale pagando il pedaggio previsto per un automezzo di categoria inferiore. Il tutto portava un notevole risparmio della società , ai danni di chi esercita l’attività di gestione in concessione delle tratte autostradali. Ieri mattina all’alba il blitz congiunto ha però posto fine alla truffa.
Carlo Galazzo