Sarzana, 20 novembre 2013 - «MI STANNO per portare via la casa. Quello che mi sta succedendo è terribile». Sono state le prime parole che Giorgio Porzio, titolare dell’omonima azienda agricola di viale 25 Aprile a Sarzana, ha pronunciato ieri mattina al telefono quando ha chiamato la nostra redazione. Un appello accorato: «Venite, venite a vedere cosa mi stanno facendo. Aspetto l’ufficiale giudiziario da un momento all’altro. Non so di preciso quando verrà, ma il pensiero di perdere la casa... piuttosto mi incateno». Una vicenda che nasce lontano nel tempo, un indebitamento «ereditato» dal padre che risale al 1985.

Una quindicina di anni fa Giorgio Porzio subentra nell’azienda del genitore, ma la situazione è sempre difficile. «Però si riusciva ad andare avanti — spiega Porzio — fino a tre, quattro anni fa ce la facevo a pagare il mutuo che ci eravamo accollati per sanare i debiti: circa 3mila 500 euro al mese. Erano tanti soldi, ma si vendeva praticamente tutto quello che si produceva. Molti dei miei prodotti li portavo al mercato di Genova e mio fratello provvedeva alla commercializzazione. Mi alzavo alla mattina molto presto, ma non sentivo la fatica. Poi da tre, quattro anni a questa parte le vendite sono iniziate a calare, sono arrivate le difficoltà e non sono più riuscito a rispettare le scadenze delle rate. Non è servito neppure rinegoziare il mutuo e alla fine non ce l’abbiamo più fatta. La banca che ci aveva fatto il prestito ha chiesto il rientro e una parte dei nostri beni, la casa e circa 8.000 metri di terra sono stati messi in vendita. Mi restano le serre che sono altri 8.000 metri e un oliveto, ma non ho più la casa». Anni di affanni e preoccupazioni. La loro è stata una corsa contro il tempo. Si sono rivolti a parenti per riuscire a riprendersi parte della proprietà.

LA SALVEZZA sembrava a portata di mano... «Ma non ce l’abbiamo fatta e la nostra casa è andata ad un altro che l’ha comprata all’asta». Una situazione difficile per la famiglia. Ora si ritrova senza un tetto, debiti da pagare e un monte di problemi da risolvere. «Sono dovuto andare anche dallo psicologo perchè non riuscivo più a reggere questa situazione». Ma senza casa per Porzio diveneterà impossibile anche lavorare: «Nella casa che mi hanno venduto ho un pozzo da cui attingo l’acqua per le serre dell’azienda. C’è una servitù che spero mi venga riconosciuta. Non è neppure facile scavare un altro pozzo perchè in questa zona si rischia di trovare acqua salmastra, mentre quella del mio vecchio pozzo era buona per le coltivazioni».

Ma anche la sorte sembra essersi accanita contro l’imprenditore che aveva messo in piedi anche un allevamento di fagiani. «Era una fonte di reddito — racconta — poi abbiamo avuto dei danni e così ci siamo ritrovati con la struttura che li ospitava crollata e ovviamente i fagiani scappati». E il risarcimento del danno non è stato sufficiente a ripristinare il tutto. «Nonostante tutto continuo a lavorare, ma si vende pochissimo. E’ un momento davvero difficile, ho una famiglia da mantenere, una moglie, una figlia minorenne e un ragazzo che avevamo adottato. Tutti noi risentiamo di questa situazione e ora che perdiamo anche la casa».