Sarzana, 13 ottobre 2013 - La caccia allo storno da anni si «pratica» nelle aule dei tribunali e nella sala del consiglio regionale ligure. Su vigneti e oliveti invece le «doppiette» restano a guardare l’arrivo a nuvole dell’uccello che, di migratore, ormai ha solo la tradizione. Da tanto tempo lo storno non va oltre i confini territoriali e per questo provoca danni ingenti alle coltivazioni. Ma la specie è protetta e nonostante in altre regioni sia stata più volte concessa la caccia per ragioni di selezione in Liguria ancora la problematica non ha avuto una chiara presa di posizione.

I rappresentanti dei cacciatori Giorgio Salvetti, consigliere comunale di Castelnuovo Magra e Maurizio Giannetti hanno rivolto un appello al consigliere regionale Gino Morgillo affinchè presenti un’interrogazione all’assessore Renata Briano e al presidente Claudio Burlando.

La chiave potrebbe essere il giusto equilibrio tra caccia e ambiente pensando soprattutto agli ingenti danni che il passaggio degli storni provoca sulle coltivazioni.

«Abbiamo adottato tutte le strategie possibili - spiegano - per tentare di diminuire i danni causati da questa specie protetta. Oggi rimane che mettere in campo una sola strategia che potrebbe mettere d’accordo contadini, ambientalisti e cacciatori. Per questo abbiamo chiesto al consigliere regionale Gino Morgillo di presentare un’interrogazione all’assessore Renata Briano e al presidente Claudio Burlando la possibilità di cacciare lo storno almeno per due per due mesi evitando così eventuali denunce penali nei confronti dei cacciatori e i contadini patirebbero meno danni. E’ importante inoltre ricordare che in alcune Regioni la caccia in selezione è stata consentita e per questo occorre adeguarsi, collaborare, rispettare le regole e mantenere la cultura venabile».

Massimo Merluzzi