Pontremoli, 12 settembre 2013 - Non si placano le discussioni intorno alla costruzione di una centrale a biomasse nella zona industriale di Novoleto, a Pontremoli. Dopo la presa di posizione della 'General Beverage' stavolta a prendere posizione è il titolare dell’'Andrea Stainer Sas', Pierangelo Fanti, azienda produttrice di cioccolato che sorge proprio accanto all’area individuata per la centrale di Renovo.

Quello del proprietario di Stainer però, leader italiano nella produzione di cioccolato, è un punto di vista che prende in considerazione fattori che, oltre all’inquinamento atmosferico andrebbero a compromettere la credibilità e le prospettive future dell’azienda. "Sappiamo che l’amministrazione ha già chiarito il fatto che l’impianto sarà a norma per quel che riguarda le emissioni - spiegato Fanti - ma i danni che porterebbe ad un’azienda come la nostra sarebbero molti altri". Tra questi quello d’immagine. "Quando il compratore arriva da noi, a visitare e a monitorare il modo di lavorare, resta incantato dalla natura circostante. Ma se al suo posto vedesse a circa 60 metri di distanza una centrale biomasse, con le note emissioni di fumo e l’inquinamento acustico che provocherà?".

Tra i rischi potenziali esiste anche quello della fuoriuscita di polveri sottili che, secondo alcuni tecnici potrebbero avvenire in caso di un’anomalia di funzionamento. "La nostra azienda si sta evolvendo verso il settore biologico e farmaceutico, è sottoposta continuamente a rigidi controlli sulla qualità. Se si dovesse riscontrare un problema al prodotto, noi andremo incontro alla chiusura dell’attività. E a chi dovrei chiedere i danni? Dal 2000 abbiamo investito qui, acquistando ottomila metri di terreno, costruendo tre capannoni. Non lo avremo mai fatto se avessimo saputo di questo insediamento".


Oltre all’emissione delle polveri poi, ci sarebbero altri fattori dannosi per un’azienda alimentare. "Ci sarà il problema degli odori - spiegato Maurizio Lunardon, responsabile produzione controllo qualità e sicurezza - senza contare l’inquinamento acustico causato dai forti rumori del lavoro in centrale. Il tutto potrebbe danneggiare la qualità del lavoro e del prodotto". Fattori quindi che, anche se presi singolarmente rimarrebbero all’interno delle norme vigenti, messi insieme (e aggiunti alla vicinanza dell’autostrada) provocherebbe un mix di forte impatto.

"Perderemo credibilità nei confronti dei compratori - prosegue Fanti - Il Comune dovrà mettere sulla bilancia pro e contro. Non siamo contrari alla costruzione della centrale, ma in un’altra zona, dove non andrebbe a mettere a rischio il lavoro di altre aziende già esistenti". Sono molti quindi gli argomenti da porre sul piatto della bilancia. "Non si può mettere a rischio aziende e lavoratori in un periodo di crisi come questo - conclude Lunardon - Farò tutto quel che mi è possibile per impedire tutto ciò".