Sarzana, 8 aprile 2013 - Un applauso risuona, alle 21 e 10, in piazza Matteotti. Accompagna l’arrivo di Alessio Cavarra nella sede del Partito Democratico proprio un attimo dopo che anche i dati dell’ultimo seggio elettorale, quello del centro storico, sono inseriti. Un applauso che scioglie la tensione da primarie, fa svanire (se c’era!) l’ultimo dubbio di un voto a sorpresa e consacra Alessio Cavarra, l’unico politico della quaterna di «aspiranti», a prossimo candidato sindaco della coalizione di centrosinistra. Una vittoria senza discussioni: è suo oltre il 50 per cento delle preferenze.

E non è poco, perché sono stati quasi 4mila i sarzanesi che si sono presentati nei 12 seggi sparsi nei quartieri e hanno pagato 2 euro per dire chi vorrebbero sindaco. Non è poco considerando che sono stati 3300 a scegliere tra Renzi e Bersani a dicembre, che a febbraio in 4545 hanno votato Pd alla Camera e la coalizione ha preso in tutto 5039 voti.

L’applauso che accompagna l’arrivo di Alessio Cavarra, ancora per pochissimo consigliere regionale, è quello dei suoi sostenitori, quel pezzo di “società civile” unita nel comitato «Noi per Sarzana» che non lo ha mollato un attimo prima, ha aspettato con ansia a casa sua la conferma delle urne, lo ha accompagnato nella sede del partito a raccogliere l’investitura ufficiale.

La commissione delle primarie sta ancora raccogliendo gli ultimi verbali via via che gli scatoloni con i voti arrivano dai vari seggi ma, come succede da sempre per ogni elezione, la macchina elettorale del Pd funziona ancora alla perfezione e la conta ufficiosa dei voti è già finita, si può applaudire, sorridere, sciogliere gli ultimi residui di tensione con una serie pacche sulle spalle.

Proprio quel tam-tam immediato tra i seggi e la segreteria è l’ultima ragione di tensione con la commissione dei garanti per le primarie. Da regolamento ogni presidente di seggio, prima di portare voti e verbale, avrebbe dovuto telefonare alla commissione i risultati. Ma tant’è, il primo a completare il grafico dei voti, seggio per seggio, è il segretario comunale Giovanni Destri, sotto gli occhi del collega provinciale Moreno Veschi.

La tensione comincia a sciogliersi già con i risultati dei seggi: sono i più piccoli, ma se le proiezioni non ingannano... E non ingannano. Baudone vince solo a Nave, il suo quartiere, ma 128 voti in più non basta a modificare neppure la percentuale. A metà scrutinio si aspetta solo di capire se il futuro candidato a sindaco del centrosinistra supererà il simbolico 50 per cento dei voti validi e si capisce quando mancano 4 seggi. Per Alessio Cavarra è un trionfo: 2149 voti, il suo concorrente più temuto Baudone si è fermato a 1082. Zanetti e Bufano se ne sono spartiti poche centinaia: 325 il primo, 260 il secondo.

Perde appena un po’ della proverbiale timidezza, Alessio Cavarra, il sorriso è raggiante, si concede qualche gesto di esultanza tra uno squillo del telefonino e un abbraccio. «C’è stata una partecipazione importante — commenta —. Non mi aspettavo un risultato del genere». Ringrazia tutti, dai «competitor» ai partiti della coalizione (tutti schierati apertamente con lui, escluso Sel che candidava Paolo Zanetti) e tutti i votanti. Ma pensa già a domani, perché ora la battaglia si fa ancora più dura.

C’è da riconquistare quelli che alle primarie non si sono presentati, quelli (tanti) che da tempo non votano neppure per il loro sindaco, gli arrabbiati che possono decidere di usare la scheda elettorale per protestare, gli sfiduciati, i delusi. «Da subito — dice Cavarra, pensando agli oltre 1700 che non hanno votato per lui alle primarie — dobbiamo essere tutti uniti per vincere la battaglia più importante quella del 26 e 27 maggio. La partecipazione massiccia è stata un segnale di maturità da parte dei sarzanesi, forse c’è stato quel cambio di passo che si aspettavano».

Nella sede del Pd quando lui arriva, a vittoria conclamata, sono quasi tutti suoi sostenitori. In piazza l’abbraccio dell’ex sindaco ora senatore Massimo Caleo, quello con l’ex «maestro» Lorenzo Forcieri. Poi arrivano gli avversari Paolo Bufano e Paolo Zanetti. Sorridenti: la vittoria non l’avevano messa in preventivo. Non si vede Massimo Baudone ma, quando la sconfitta ormai non è più un dubbio, arriva la sua telefonata di congratulazioni. Per Alessio Cavarra neppure il tempo di rilassarsi: da ora è già in pista per misurarsi con gli altri avversari, quelli forse più agguerriti. Mentre Giuseppe “Pippo” Maggioni, l’avvocato ex sindaco di Camogli e ora assessore, aspetta le sue dimissioni per entrare in consiglio regionale.

Emanuela Rosi