Sarzana 4 maggio 2011 - Si e’ inventata tutto: non c’è nessun bruto libero di colpire ancora, non esiste il ragazzo dell’Est con la maglia azzurra, non c’è mai stato lo stupro alla stazione.

La studentessa, residente a Carrara, uscita barcollante dal parcheggio della stazione ha architettato una poco credibile messiscena per nascondere alla famiglia una notte di sesso e alcol, che ha comunque rischiato di causarle guai seri.

Troppo difficile per lei, giovane universitaria iscritta a Pisa, ammettere di essersi «lasciata andare» nel corso di una festicciola. Le lesioni? Non procurate da un rapporto violento, ma da un «gioco erotico» fatto forse con più ragazzi e utilizzando anche qualche oggetto, probabilmente una bottiglia. Ma proprio l’uso di agenti esterni le ha provocato una ferita di 4 centimetri e fatto perdere tanto sangue al punto che, durante il successivo trasporto in ospedale, i medici non sentivano più il suo battito cardiaco.

E così si è inventata la storia dello stupro, alla quale la polizia ha creduto poco sin dall’inizio: tanti, troppi i «non ricordo» nel racconto della ragazza, molte le lacune e le contraddizioni. A chiudere il quadro, ancora prima della confessione fra le lacrime della ragazza, è stata l’analisi delle videocamere di sorveglianza presenti in piazza Jurgens e al parcheggio Metropark.

Immagini inequivocabili, «scaricate» interamente da squadra mobile e commissariato di Sarzana che hanno visionato l’hard-disk con le immagini registrate dalle telecamere, non più visibili on-line dalla polizia municipale dopo il crollo dell’antenna di ricezione, costato la vita a un giovane elettricista alcune settimane fa. Al momento del presunto stupro (intorno alle 9) il parcheggio era pieno di viaggiatori diretti alla stazione, impossibile quindi commettere rapire qualcuno senza che nessuno si accorga di niente.

Non solo: la ragazza ha raccontato di aver parcheggiato la sua auto, quando invece è stata vista scendere da una macchina condotta da un amico. Sulla base di questi elementi gli inquirenti hanno iniziato a dubitare sempre di più del racconto fino a stringere il cerchio dopo averla ascoltata un paio di volte in ospedale.

Da quanto emerso, la ragazza ha trascorso il 1° maggio insieme agli amici a una sagra, in serata ha seguito la comitiva a casa di un amico a Sarzana dove la ragazza si sarebbe appartata in una stanza, e gli inquirenti non escludono che possano essere stati coinvolti più di un ragazzo. Intontiti dall’alcool, i due giovani hanno consumato un rapporto consenziente ma sicuramente poco «attento», fatto usando anche oggetti di piacere.

I primi problemi si sono verificati la sera stessa quando la ragazza ha avuto una prima emorragia alla quale ha dato poco peso. Ha trascorso la notte nell’abitazione di Sarzana ma al suo risveglio la perdita di sangue era aumentata. Da lì l’idea di inventarsi la violenza, anzichè confessare il rapporto sbrigativo con il partner.

Si è fatta accompagnare alla stazione di Sarzana da dove ha chiamato la madre, dicendole di essere stata stuprata da due energumeni, probabilmente dell’Est Europa. Racconto ribadito subito dopo ai sanitari che l’hanno soccorsa quando l’emorragia (unico aspetto autentico della vicenda) ha aumentato di intensità facendole perdere i sensi. All’ospedale di Spezia è arrivata in gravi condizioni, con un intervento d’urgenza i medici del reparto di ginecologia hanno suturato la profonda lesione interna.

Anche ai sanitari la ragazza ha raccontato di essere stata stuprata, senza sapere che nel frattempo squadra mobile di Spezia e del commissariato di Sarzana stavano già ascoltando i giovani coinvolti nella festa. Tutti hanno raccontato della serata fra alcol e sesso, del rapporto consenziente consumato dalla ragazza con uno di loro. Di stupro, nemmeno l’ombra. Ulteriori indagini stabiliranno se la giovane si sia appartata anche con altri del gruppo. E ora per lei potrebbe arrivare anche una denuncia per simulazione di reato.