Pisa, 21 settembre 2010 - È stata definita 'tele-anestesia' ed è la nuova frontiera del settore. Le due equipe di ricercatori sono in comunicazione continua tramite un collegamento audio-video che permette di effettuare la visita anestesiologica preoperatoria del paziente; di monitorare il paziente durante l'intervento grazie a quattro dispositivi digitali collocati strategicamente nella sala operatoria, controllando ad esempio frequenza cardiaca, elettrocardiogramma e parametri ventilatori; intervenire in caso di necessità per fornire suggerimenti in tempo reale. Inoltre, un sistema infonde gli anestetici in modo automatizzato permettendo una somministrazione personalizzata per quel paziente sulla base dei parametri clinici, in ogni singolo momento.

 

Tuttavia, per questioni di sicurezza, in qualsiasi momento è possibile interrompere la procedura automatica e passare ad un controllo manuale. Venti pazienti canadesi si sono già resi disponibili per partecipare alla seconda fase del programma, nella quale l'equipe pisana guiderà le anestesie effettuate a Montreal. Per stabilire la sicurezza e l'affidabilità del progetto sarà successivamente coinvolto un campione più numeroso. Non avremo più bisogno di anestesisti? Tutt'altro, la tele-anestesia non è nata per questo. Si tratta di un supporto, che può essere prezioso in situazioni particolari, che richiedono conoscenze specifiche altrimenti non disponibili. Si pensi, ad esempio, alla necessità di raggiungere aree remote, paesi del terzo mondo o regioni che non dispongono di un adeguato livello di competenza o esperienza. Più in generale, ne possono derivare benefici anche a livello nazionale, nella gestione territoriale delle strutture e dei pazienti.

 

Sfruttando questo servizio potrebbero essere garantite le migliori competenze anche nelle sale operatorie degli ospedali periferici, nei quali potrebbe essere carente l'esperienze specifica richiesta; potrebbero essere evitati lunghi spostamenti ai pazienti per effettuare le visite pre-operatorie; potrebbe essere usato per scopi didattici consentendo la pratica ottimale anche in assenza di un tutor, aumentando il suo livello di confidenza con le tecniche e le procedure.

 

La tele-anestesia si caratterizza senz'altro come un nuovo e valido strumento per ottenere miglioramenti sia nella qualità delle cure che nella sicurezza dei trattamenti e, allo stesso tempo, aumentare l'accessibilità alle cure mediche, perfettamente in linea con le direttive della Commissione europea per la salute. Da oggi, l'anestesista e il paziente non devono necessariamente trovarsi nella stessa stanza; anzi, nello stesso continente. È il risultato di un'innovativa ricerca condotta in collaborazione tra l'Università di Pisa e la McGill University di Montreal, nata da un'idea del professor Thomas Hemmerling della McGill University e sviluppata grazie alla collaborazione scientifica di vecchia data col professor Francesco Giunta dell'Università di Pisa, coadiuvato dal dottor Cedrick Zaouter.

 

L'idea era quella di definire una nuova modalità di gestione dell'anestesia durante un intervento chirurgico attraverso un controllo remoto. Così, tra il 30 agosto e il 9 settembre l'equipe medica del professor Paolo Miccoli ha operato a Pisa venti pazienti per patologia della ghiandola tiroidea presso le sale del dipartimento di 'Chirurgia generale II' di Cisanello. L'anestesia, però, è stata diretta da Montreal, Canada.