Isole Eolie, arrestato il sindaco di Santa Marina di Salina: l'accusa è di peculato

I carabinieri hanno notificando a Massimo Lo Schiavo un' ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per peculato

Una vista di Santa Marina di Salina (da wikipedia)

Una vista di Santa Marina di Salina (da wikipedia)

Messina, 31 marzo 2015 - Arrestato Massimo Lo Schiavo, sindaco di Santa Marina di Salina, Comune delle isole Eolie (Messina). I carabinieri della Compagnia di Milazzo gli hanno notificando un' ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per peculato. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto. 

La seconda isola delle Eolie, con circa 3 mila abitanti, ha tre sindaci. Massimo Lo Schiavo è alla sua seconda legislatura. Il 7 maggio 2012 era stato riconfermato sindaco con 363 voti, ottenendo l'82,13% di preferenze. L'altro candidato, il docente universitario Marcello Saija, aveva ottenuto 79 voti (17,87%). Nell'ottobre dello stesso anno si era candidato alle elezioni regionali con il Mpa ottenendo 1.805 voti nel collegio della provincia di Messina, arrivando quinto nella lista Partito dei Siciliani - Mpa, ma senza essere eletto. Era stato anche coordinatore regionale dell'Ancim Sicilia (associazione dei Comuni delle Isole minori). 

Lo Schiavo in questi anni si battuto contro le trivellazioni che potrebbero interessare anche il mare delle Eolie, la gestione privatistica del porto turistico di Santa Marina Salina (prima opera pubblica nelle sette isole), per il potenziamento del centro riabilitazione di Lipari. Ma anche per il mantenimento dell'ospedale di Lipari a rischio o del punto nascita ancora chiuso. Con il suo Comune più volte ha ottenuto le "5 Vele" il riconoscimento nazionale di Legambiente e del Touring Club Italiano. Sulla vicenda giudiziaria al momento non si registrano dichiarazioni ufficiali da parte della maggioranza consiliare e neppure da parte del gruppo di minoranza.

I FATTI  - La vicenda per cui è indagato il sindaco risale al giugno del 2013 e riguarda due anziane sorelle dell'isola, oggi defunte, all'epoca ammalate e non autosufficienti e perciò, per la loro tutela, trasferite in una casa di riposo a Leni, nella frazione Valdichiesa. Le due non avevano infatti alcune parente. In assenza di eredi, la casa di loro proprietà fu sigillata da agenti della Polizia municipale e da quel momento rimasedisabitata. Prima di chiudere l'immobile, però, come da prassi gli agenti e in un secondo momento anche il sindaco effettuarono un sopralluogo all'interno e trovarono un piccolo tesoro: 36.890,78 euro, 212 dollari australiani e 180 dollari americani. I soldi, insieme alle chiavi, furono chiusi in una busta controfirmata e affidati in custodia temporanea alsSindaco Lo Schiavo, che avrebbe dovuto nei giorni immediatamente successivi versare l'intero ammontare sul conto corrente delle due donne ancora attivo presso la filiale della Banca Nuova di Malfa o in alternativa, custodirlo in una cassaforte presso il Comune. 

Il 4 marzo 2015 il giudice tutelare del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha nominato un amministratore di sostegno di una delle due anziane donne, rimasta sola dopo la morte della sorella nel dicembre del 2013. Poco dopo anche lei è deceduta. L'amministratore ha quindi chiesto le chiavi dell'abitazione per avviare le procedure di successione ereditaria, e ha invitato il sindaco a fornire chiarimenti sul denaro che gli era stato consegnato. Lo Schiavo ha minimizzato la somma a 20-25 mila euro e ha dichiarato di averla tenuta in casa propria, ma che dopo un recente trasloco non ricordava più dove l'avesse riposta. Venerdì scorso, Lo Schiavo, aveva consegnato circa 6.000 euro in contanti all'amministratore di sostegno, somma decisamente inferiore a quella originaria. Con l'accusa di peculato si suppone che si sia impossessato della parte mancante. Nel domicilio del sindaco i carabinieri hanno sequestrao i verbali del rinvenimento dei contanti, stilati il 20 giugno 2013, e le due buste controfirmate con sigillo del Comune che avrebbero dovute contenerli ma erano vuote.