Martedì 16 Aprile 2024

Riina: "Ciotti? Possiamo pure ammazzarlo". E lui: "Minaccia chi si batte per la giustizia"

Il boss mafioso, iintercettato nel carcere di Opera, paragona tra l'altro il sacerdote a don Puglisi. Coro di solidarietà verso il fondatore di Libera

Don Luigi Ciotti (Newpresse)

Don Luigi Ciotti (Newpresse)

Milano, 31 agosto 2014 - Ancora minacce di morte da parte del boss Totò Riina: nel mirino stavolta è don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che gestisce diversi beni confiscati alla mafia.  Le nuove intercettazioni, svelate da Repubblica, sono state effettuate nel carcere milanese di Opera, dove il padrino di Corleone è a colloquio con il boss pugliese Alberto Lorusso. "Questo prete è una stampa e una figura che somiglia a padre Puglisi", dice Riina riferendosi al sacerdote palermitano ucciso dalla mafia per il suo impegno nel quartiere palermitano di Brancaccio". E ancora: "Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo", possiamo pure ammazzarlo, afferma Riina. Le frasi risalgono al 14 settembre del 2013 e portarono ad alzare il livello delle misure di sicurezza a protezione del sacerdote.

LA REPLICA - Lo stesso padre di Libera ha replicato a queste minacce: "Per me l'impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo". E riguardo al paragone con don Puglisi, don Ciotti rimarca: a lui "non oso paragonarmi perché sono un uomo piccolo e fragile, un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlò di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce'".

E in una nota il sacerdote sottolinea: "Le minacce di Totò Riina dal carcere sono molto significative. Non sono rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese. Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza. Solo un 'noi' - non mi stancherò di dirlo - può opporsi alle mafie e alla corruzione. Libera è cosciente dei suoi limiti, dei suoi errori, delle sue fragilità, per questo ha sempre creduto nel fare insieme, creduto che in tanti possiamo fare quello che da soli è impossibile".

MESSAGGI DI SOLIDARIETA' - Non appena sono state rese note le minacce del boss, le attestazioni di stima, sostegno e solidarietà nei confronti di don Luigi Ciotti si sono moltiplicate: dalla presidente dell'Antimafia Rosy Bindi ("Ciotti non sarà lasciato solo contro la mafia") alla Cgil, da Legambiente al presidente del Senato Pietro Grasso, che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un messaggio: "Caro Luigi, sono più di venti anni che sfidi la mafia con coraggio e passione. Le minacce di Riina emerse oggi sono l'ennesimo attacco ad una storia di impegno e di memoria che coinvolge ogni anno migliaia di cittadini e che ha contribuito a rendere il nostro Paese piu' libero e piu' giusto. Ti conosco da anni e so che non ti sei lasciato intimorire nemmeno per un attimo: continuerai sulla strada della lotta alla criminalita', e tutti noi saremo al tuo fianco".

Interviene anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che su Facebook, accanto a una foto che la ritrae con don Ciotti, scrive: "Le minacce di Totò Riina all'amico don Ciotti preoccupano certo, ma non sorprendono. Un uomo come Luigi, che da anni promuove la cultura della legalità e combatte contro le mafie attraverso azioni concrete, non può che essere un nemico per un boss di Cosa Nostra". "Una persona da temere - scrive ancora Boldrini riferendosi a don Ciotti - per aver dimostrato, insieme con Libera, che i beni della criminalità possono essere riutilizzati a scopi sociali; per aver portato i giovani a coltivare le terre che un tempo erano delle cosche; per aver insomma fornito un'alternativa alla logica del sopruso e dell'intimidazione di cui la mafia si nutre".