Giovedì 16 Maggio 2024

Denaro sporco, rischio medio alto di riciclaggio per Toscana e Umbria

Il Comitato del Mef ha redatto una tabella che disegna il rischio di riciclaggio sporco sul territorio nazionale. Livorno, Siena, Terni e La Spezia il rischio è medio alto

Un'operazione della Guardia di Finanza contro il riciclaggio di denaro sporco

Un'operazione della Guardia di Finanza contro il riciclaggio di denaro sporco

Firenze, 4 dicembre 2014 - Livorno, Siena, Terni e La Spezia. Sono le province in cui il semaforo è rosso per il rischio di riciclaggio di denaro sporco.  E' quanto emerge dalla prima analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo condotta dal Comitato di sicurezza finanziaria del Mef. "Sebbene non esista una stima unica e ufficiale del valore economico delle attivita' criminali, le varie valutazioni, alcune sino al 12% del pil, concorrono a sostenere un giudizio di assoluta significatività della minaccia che i proventi illeciti siano prodotti nel territorio nazionale e siano reimmessi nei circuiti economico-finanziari italiani e stranieri". Il Comitato del Mef ha redatto una tabella che disegna il rischio di riciclaggio sporco sul territorio nazionale. Se a Livorno, Siena, Terni e La Spezia il rischio è medio alto, il livello è medio ad Arezzo, Firenze, Lucca, Perugia, Pisa, Prato e scende (fino al gradino più basso) a Massa Carrara. In Italia c'e' un rischio "significativo" di inquinamento dell'economia con le attivita' illecite e il riciclaggio di denaro anche se "il sistema di prevenzione e contrasto appare nel suo complesso adeguato". Analisi fatta in applicazione di una raccomandazione dell'organismo internazionale Fact-Gafi. L'eccessivo uso del contante in molte province, in particolare del Sud, influenza il livello di rischio di riciclaggio nel Paese.

La crisi economica - spiega il Comitato - «ha portato, tra l'altro, ad una crescente diffusione di compro-oro, categoria di operatori eterogenea attualmente tenuta al solo obbligo di segnalazione di operazioni sospette. Diverse attività investigative ne confermano tanto l'elevato rischio specifico quanto le elevate vulnerabilità e suggeriscono l'opportunità di una intensificazione dei presidi». Anche «il settore immobiliare è uno dei settori privilegiati per il reimpiego dei ricavi illegali delle organizzazioni criminali mafiose e dei capitali illeciti stranieri.

Anche se le compravendite sono poi intercettate da altre categorie più mature nell'applicazione dei presidi, le agenzie immobiliari non hanno ancora consapevolezza del proprio ruolo di presidio antiriciclaggio in un contesto di rischio rilevante. La vulnerabilità relativa risulta molto significativa». Infine «nel nostro paese emerge una crescente diffusione dei trust, situazione che genera diversi problemi in tema di trasparenza. Attività investigative e di analisi di operazioni sospette rivelano un frequente utilizzo del trust per finalità illecite, in particolare per la commissione di reati tributari, di riciclaggio, fallimentari, di abuso di mercato, nonché per schermare i patrimoni illeciti della criminalità organizzata. Sul fronte della punibilità dei reati, la criminalizzazione dell'autoriciclaggio si conferma essere un passo necessario».