I testimonial del referendum

Lettere a La Nazione, risponde il direttore Pier Francesco De Robertis

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 24 maggio 2016 - Caro direttore, ho visto che il Partito democratico ha affisso alcuni manifesti a favore del "sì" al referendum costituzionale prendendo a testimoni personaggi che non ci sono più, come Nilde Iotti e Pietro Ingrao, e usando alcune loro frasi pronunciate in altro contesto. Mi pare un’operazione scorretta.

Enrico Maggioli

Caro Maggioli, in effetti quella del Pd non mi è sembrata una grande trovata, che rischia di scaldare ancora più gli animi su un argomento che avrebbe bisogno di ragionamenti pacati e sereni invece che di colpi a effetto e polemiche continue. Usare frasi pronunciate da alcuni vecchi esponenti del Pci a proposito di riforma costituzionale è obiettivamente un’operazione border line. E’ vero che Iotti e Ingrao quelle considerazioni negative sul bicameralismo perfetto le hanno pronunciate, ma da qui a far dei due importanti politici involontari testimonial della attuale campagna referendaria ce ne passa. Per lo meno doveva esser chiesto il parere dei familiari, come non è accaduto. E’ stata una furbata, che potrebbe torcersi contro chi l’ha fatta, e di furbate la politica non ha bisogno.