Venerdì 26 Aprile 2024

"Putin finanzia gli euroscettici. Anche Salvini"

La rivelazione: gli Usa indagano su fondi segreti dalla Russia ai partiti

Matteo Salvini legge libro su Putin (Ansa)

Matteo Salvini legge libro su Putin (Ansa)

Roma, 18 gennaio 2016 - IL CONGRESSO degli Stati Uniti ordina, le agenzie di intelligence indagano. Gli Usa hanno fondati sospetti che fiumi di denaro escano dai fondi riservati di Santa Madre Russia per dare forza e voce a partiti e movimenti euroscettici dei paesi Ue. Lo sostiene il Sunday Telegraph, secondo il quale il Cremlino starebbe sistematicamente «infiltrando i partiti politici» in Europa. Accuse tutte da provare. Il quotidiano britannico svela che James Clapper, direttore della National Intelligence, ha disposto «una vasta verifica» sui flussi di denaro spediti da Mosca alle principali capitali europee negli ultimi dieci anni. Nella lista dei sospettati di finanziamento occulto il domenicale inglese cita il partito di estrema destra ungherese Jobbik, i nazisti di Alba Dorata in Grecia e la Lega Nord in Italia. Oltre naturalmente al Front National di Marine Le Pen, coinvolta nel processo sui finanziamenti elettorali 2012 e nel 2014 beneficiaria di «nove milioni di euro di prestito da una banca di Mosca».

PER IL CARROCCIO nessun commento da Matteo Salvini. Caustico Gianluca Pini: «Con il rublo così svalutato non sarebbe un grande affare. Evidentemente qualcuno ha scambiato il 17 gennaio con il 1° di aprile». È però un dato di fatto che la nuova dottrina del Cremlino per il superamento dell’egemonia americana e un più stretto legame eurorusso sia alla costante ricerca di agenti politici e culturali. E la Lega, dall’avversione per unioni civili e gender, al contrasto militare dell’immigrazione, per finire all’esasperazione della minaccia globale islamica e al recente viaggio di Salvini a Mosca, è il partito italiano che oggi meglio ricalca i valori forti putiniani. Secondo il Telegraph , la strategia dello Zar alimenta «la crescente preoccupazione di Washington sulla determinazione di Mosca di sfruttare le divisioni europee in modo da minare la Nato, bloccare i programmi di difesa missilistica e revocare le sanzioni imposte dopo l’annessione della Crimea». Un raffinato lavoro di propaganda sul quale il Cremlino vanta un consolidato curriculum, da quando finanziava i partiti comunisti occidentali.

«VEDIAMO allarmanti prove degli sforzi russi di rompere il tessuto dell’unità europea su tutta una serie di questioni strategiche», confermano fonti britanniche. Perché un’Europa impantanata nel suo reticolo di incomprensioni sarà fatalmente meno incisiva sui dossier di «vitale importanza», dagli instabili equilibri internazionali alla questione energetico-petrolifera. «È un gioco intelligente», ammettono a Londra, salvo lamentare un significativo strappo: «Ci sono regole non scritte tra Stati» e in questo caso sarebbero state «chiaramente violate». Anche il referendum 2016 sulla Brexit è quindi monitorato quale potenziale terreno di intrusione.

TRA GLI ALTRI casi sotto stretta osservazione anglo-americana ci sono il finanziamento di un deputato austriaco pro annessione della Crimea, spie russe beccate con documenti di Vienna e il referendum in calendario in Olanda per bloccare l’accordo di associazione con l’Ucraina: le 300mila firme raccolte dal sito Geenstijl mettono sotto pressione il governo dell’Aja con un affettuoso copia-incolla degli argomenti di Putin. Del resto la Russia, nonostante il greggio in picchiata, non ha mai rinunciato al suo status: dallo sbarco anti-Isis in Siria all’accordo nucleare con l’Iran, ha anzi dimostrato di poter segnare la rotta aumentando le frustrazioni Usa. Seguendo il detto «Follow the money», a Washington vorrebbero capire quanto in là si è spinto il gioco dello Zar. E soprattutto con quali alleati.