Prima grana del dopo-Guicciardini: i soldi

Il consigliere regionale Scaramelli: «Analizzare a fondo la situazione finanziaria»

Niccolò Guicciardini

Niccolò Guicciardini

Siena, 1 ottobre 2015 - IL PRIMO passo è fare chiarezza sui bilanci Pd degli ultimi anni, il secondo è ricercare una soluzione il più possibile condivisa per il dopo Guicciardini «senza fare caminetti, ma partendo dal basso».

È questa in estrema sintesi la posizione del consigliere regionale Stefano Scaramelli, che più volte aveva invocato la sostituzione del segretario provinciale e che non nega di puntare sul nome di Giuseppe Gugliotti, sindaco di Sovicille, come candidato forte.

«Le dimissioni di Guicciardini – dice Scaramelli – erano un passo naturale, dopo tutto quello che è successo. Ora dovremo analizzare a fondo la situazione finanziaria del partito, perché c’è troppa incertezza».

A quale proposito?

«C’è una situazione debitoria, dobbiamo prenderne consapevolezza, vedere tutti i numeri e valutare se ci siano state responsabilità precise. Nella direzione del 12 ottobre i tesorieri degli ultimi anni dovranno fornire dati importanti e certi».

Ma questo come si intreccia con questa fase?

«Intanto con un punto di partenza: chi ha fatto parte del disastro del sistema Siena non può recitare ruoli in questa fase. Con questo passaggio, si è finalmente conclusa la Prima Repubblica del Pd senese e può nascere il nuovo partito».

E ora a cosa punta?

«Mi aspetto un esecutivo allargato alle nuove sensibilità emerse in occasione delle regionali. Il partito deve tornare in sintonia con il suo popolo, l’assemblea in questo senso può ritenersi superata».

Ma traducendo in concreto, è Gugliotti il candidato alla segreteria espresso dalla sua area?

«Il sindaco di Sovicille ha già esperienza di amministratore, ha dimostrato di avere grandi capacità e saggezza, intorno a lui si può costruire una squadra importante».

E Silvana Micheli che ruolo può recitare?

«Ha le qualità e l’autorevolezza per gestire bene la fase di transizione nel breve o medio periodo, se non trovassimo subito una soluzione. Ma questo momento di passaggio non può durare in eterno».

Prevede lunghe trattative?

«Non mi interessano, io non parteciperò a caminetti di alcun tipo. L’assemblea dovrebbe in ogni caso intraprendere un percorso nei circoli per avere il sostegno e il consenso della nostra gente».

Se la transizione non si sbloccasse?

«Semplice, la soluzione passa sempre dal confronto con la base. Non sarebbe uno scandalo andare a congresso e valutare chi ha in questa fase chi ha la maggioranza reale nel partito».