Rapporti con minori adescati online: 11 arresti, anche un sacerdote e un malato di Hiv

Un'operazione che coinvolge diverse province: Brescia, Bergamo, Milano, Monza, Pavia e Parma. I carabinieri: "Prestazioni da 20 a 100 euro, i clienti sapevano della minore età dei ragazzi"

Un uomo osserva immagini di bambini al computer (foto archivio)

Un uomo osserva immagini di bambini al computer (foto archivio)

Brescia, 11 febbraio 2016 - Una rete di pedofili è stata sgominata dalle forze dell’ordine per ordine della Procura della Repubblica di Brescia. L’operazione coinvolgerebbe le province di Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Pavia e Parma. 

ARRESTATI E INDAGATI I Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall'Ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Brescia nei confronti di 11 persone. Sono una ventina, però, le persone coinvolte nell'inchiesta. Oltre alle undici persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare (un'altra risulta irreperibile) e che sono ora ai domiciliari, ci sono almeno altre dieci persone indagate. I soggetti maggiormente coinvolti sono un sacerdote, un allenatore di una squadra giovanile, un vigile urbano e un 56enne affetto da Hiv . I primi tre sono residenti nella Bergamasca e non si conoscevano tra loro, ma frequentavano gli stessi ragazzini che conoscevano in internet.  Il quarto risiede nel Bresciano.  Il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani aveva chiesto il carcere per le dodici persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare. Il Gip Alessandra Sabatucci che ha invece disposto i domiciliari ha spiegato che "sebbene alcune abitazioni degli indagati siano servite da luogo di incontri, non vi sono ragioni per ipotizzare che gli stessi non rispettino le prescrizioni annesse alla misura".

CLIENTI SAPEVANO L'ETA' DEI RAGAZZI  - È nata dalla denuncia di una madre l'inchiesta sulla pedofilia della Procura di Brescia. La donna bresciana ha infatti trovato sul telefono cellulare del figlio 16enne alcuni sms sui rapporti sessuali che il giovane consumava con maggiorenni. Lo stesso 16enne ha poi ammesso e fatto il nome di alcuni amici che come lui avevano intrapreso relazioni con adulti conosciuti in chat. I carabinieri hanno popi spiegato che i clienti sapevano che i ragazzi con cui stavano per avere rapporti sessuali a pagamento erano minori. "I ragazzi - hanno spiegato i militari - erano resi consapevoli dell'età delle persone con cui si stavano per intrattenere e alcuni di loro a quel punto hanno desistito". 

SESSO IN CAMBIO DI SOLDI O REGALI - "Questi incontri prostitutivi omosessuali - hanno spiegato i carabinieri - si realizzavano numerosissimi presso i parcheggi di centri commerciali di Seriate, e anche in una zona cimiteriale nei pressi di un cimitero in provincia di Bergamo". L'indagine avviata nel mese di agosto ha consentito di identificare quattro minorenni di sesso maschile, tra i 16 ed i 17 anni, i quali, prevalentemente attraverso contatti acquisiti sul social network dedicato ad incontri online, organizzavano approcci con uomini dietro corrispettivo di denaro ovvero regalie di varia natura. Alcuni degli arrestati avrebbero fornito ad alcuni ragazzini dei telefoni cellulari da utilizzare per scambi di sms erotici. In base alla prestazione gli arrestati pagavano dai 20 ai cento euro oltre a regali di vario genere. In un caso anche una catenina d'oro con lo stemma dell'Inter, ma anche biglietti per il parco divertimenti di Gardaland, gelati, cene al McDonald's. 

56ENNE SIEROPOSITIVO  - Nel corso dell'inchiesta è emerso anche il nome di  Claudio Tonoli, sieropositivo 56enne, arrestato già nelle scorse settimane dalla Polizia locale di Montichiari perché chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti. A casa dell'uomo i vigili avevano trovato molti contatti sul telefonino ma anche su agende e quaderni. Già in occasione di quell'arresto gli investigatori spiegarono che il provvedimento rientrava in un'indagine più ampia e ancora in corso ma che "l'uomo andava fermato". Tonoli, due anni fa, era stato al centro di un caso giudiziario, quando un 13enne raccontò di essere stato avvicinato dall'uomo che gli aveva mostrato immagini pornografiche.

Il SACERDOTE BERGAMASCO - Sono tre gli episodi contestati a don Diego Rota (che si presentava come 'Marco') , parroco, sospeso, della parrocchia di Solza nel Bergamasco e agli arresti domiciliari.  Il sacerdote, che si muoveva a bordo di un Suv scuro, secondo le indagini dei carabinieri di Brescia, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali a pagamento con due minori e tentato di ottenere prestazioni sessuali da un altro giovane che non sarebbero avvenute per l'intervento del fratello del ragazzo. Il primo incontro con i ragazzini sarebbe avvenuto presso il cimitero di Seriate, nella Bergamasca. Il sacerdote, lo scorso 10 settembre, a due giovani avrebbe regalato anche altrettanti telefoni cellulari che costavano complessivamente 399 euro. Nel corso di uno scambio di sms intercettato un minore chiede al sacerdote: "Ma quante volte lo dobbiamo ancora fare gratis?". Don Diego Rota risponde: "Abbiamo appena cominciato, ce ne hai per 15 volte su 20 pattuite. Se fai meglio e se non mi bidoni sempre potrei scontarne qualcuna". Nell'ordinanza di custodia cautelare si legge che lo scorso 28 ottobre il fratello di un ragazzino che si prostituiva aveva affrontato il sacerdote chiedendo come si chiamasse e il numero di cellulare. L'uomo aveva risposto Marco e fornito il numero. Il giovane che aveva avuto rapporti con il sacerdote, nel tentativo di allontanare il fratello aveva manifestato "grande agitazione" e tornando a casa si era sentito male accusando una crisi di pantoclastia (l'impulso a rompere tutto, ndr) che aveva reso necessario l'intervento di un'ambulanza. 

SGOMENTO E DOLORE DALLA CURIA DI BERGAMO -  "Le gravi accuse di cui è imputato suscitano nel Vescovo e nella nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore". A scriverlo è la Curia di Bergamo dopo la notizia dell'inchiesta che coinvolge anche don Diego Rota, che prestava il suo servizio a Solza (Bergamo) posto ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Brescia che ha portato a undici arresti per prostituzione minorile. "Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno - spiega una nota della Curia -. A seguito dei provvedimenti restrittivi messi in atto, riteniamo di dover nominare un amministratore parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza". "Siamo consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si affermino, confidando nell'opera di coloro che sono chiamati a garantirle - conclude la Curia -. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente ad una preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo momento"