Giovedì 18 Aprile 2024

Il Presidente (con) riserva

Il Direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 26 gennaio 2015 - EGREGIO DIRETTORE, ​per la presidenza della Repubblica sento sempre più spesso fare il nome di Giuliano Amato. A me non sembra una scelta sulla strada del rinnovamento: ricordo Amato come uomo di Craxi, e lasciamo perdere come poi il dottor Sottile (così lo chiamavano) si è comportato quando il leader Psi è caduto in disgrazia. Settimo C., Bibbiena

GIULIANO Amato è considerato una «riserva della Repubblica», cioè uno di quegli uomini di Stato ai quali far ricorso nei momenti di difficoltà. Lo era anche Mario Monti - quando Napolitano lo scelse come premier - finché non si è autoespulso, fondando il suo sfortunato partito. Posso capire i suoi rancori verso Amato ex socialista, riconosco che neanche a me pare sia stato uno dei più riconoscenti nei confronti di Craxi. Tuttavia queste valutazioni fanno parte della storia passata e ad esse, probabilmente, sono legati rapporti privati che non conosciamo. Amato non è una proposta di rinnovamento, questo è chiaro. Però è difficile contestare che sia una garanzia istituzionale, un conoscitore dello Stato, e che sarebbe un presidente di sicura affidabilità. Certamente migliore di tanti nomi che circolano in questi giorni e che rischiano di essere il risultato di accordicchi fra partiti per superare l’impasse. Comunque confido nella sorpresa e nel guizzo della nostra Politica, che nel 2013 riuscì a convincere Napolitano a farsi rieleggere. Nei momenti di difficoltà l’Italia dà il meglio. Non disperi.