«Papa a Prato, anche per i cinesi è un’occasione unica: per una mattina lascino il lavoro»

L’appello di don Wang alla comunità orientale: «Francesco può cambiare le cose» / IL PAPA A PRATO IL 10 NOVEMBRE / IL VESCOVO SULLA VISITA-VIDEO / IL PROGRAMMA DELLA VISITA / IL PAPA A FIRENZE / IL PAPA A PRATO / "A PRATO VEDRA' GLI IMMIGRATI" / "UN SEGNALE DI SPERANZA" / BIFFONI: "PRONTI AD ACCOGLIERLO"

Don Francesco Saverio Wang guida la comunità cattolica cinese della parrocchia dell’Ascensione  al Pino (Attalmi)

Don Francesco Saverio Wang guida la comunità cattolica cinese della parrocchia dell’Ascensione al Pino (Attalmi)

Prato, 28 marzo 2015 - «Per una mattina vorrei che i cinesi non lavorassero per andare a vedere il Papa. Non solo i cinesi cattolici, ma anche tutti gli altri». Don Francesco Saverio Wang non ha perso tempo. Appena ha saputo dell’ufficialità della visita del Pontefice a Prato ha lanciato un appello alla comunità perché la mattina del 10 novembre diventi indimenticabile anche per tutti gli orientali che vivono qui. Una comunità nella quale i cattolici adesso non arrivano a 150, dopo che la crisi ha consigliato a molti cinesi di tornare definitivamente in patria. Chi è rimasto continua però a ritrovarsi nella chiesa dell’Ascensione al Pino ogni domenica pomeriggio alle 15,30, per la messa in cinese.

Padre Wang, che cosa significa per la comunità orientale la visita del Papa? «E’ una grande sorpresa e una grande gioia poter vedere il Papa a Prato, soprattutto per noi che siamo lontani. E’ davvero una grande opportunità, un segno di vicinanza. Per tutti i cattolici è grande il desiderio di incontrarlo, ma sono convinto che anche tra i cinesi non cattolici ci sarà una grande curiosità. Tutti sentono parlare del Papa ma non lo conoscono».

La ragione principale che ha indotto il Papa a scegliere Prato è la forte immigrazione. Cosa ne pensa? «Il Pontefice sarà presente a Prato per tutta la comunità e dunque anche per noi cinesi, che siamo cittadini di Prato e viviamo qui».

Avete già pensato a qualche iniziativa particolare? «Dopo la Pasqua prepareremo qualcosa per accogliere il Papa, anche se la visita durerà soltanto un’ora. Parlerò con il vescovo per capire se c’è bisogno di fare qualcosa. In tutta la comunità cinese c’è grande curiosità, tutti sanno che il Papa è il capo della Chiesa cattolica».

Cosa farà per invitare i cinesi non cattolici a partecipare all’evento? «Chiederò consiglio al vescovo, ma se ci fosse bisogno mi mobiliterò per diffondere più possibile la notizia tramite internet ed i giornali cinesi».

Secondo lei la visita del Pontefice cambierà qualcosa nel rapporto fra pratesi e cinesi? «La visita del Papa è il primo passo per avvicinare le due comunità. Cosa pensa il governo cinese nessuno lo sa, mentre da parte della Chiesa c’è la volontà di migliorare i rapporti e ora speriamo che possa davvero cambiare qualcosa. Anzi, vorrei fare un appello ai cinesi...».

Quale? «Che lascino il lavoro almeno per una mattina. Mi rivolgo non solo ai cattolici, naturalmente, ma a tutta la comunità. Vorrei davvero che i cinesi non perdessero questa occasione per stare vicini al Papa e ricevere la sua benedizione».