'Vorrei essere morto io': il messaggio su facebook dell'investitore. Gelo della famiglia

Il giovane conducente della Golf che ha ucciso Giuseppe Bini vorrebbe parlare con i suoi familiari

Giuseppe Bini

Giuseppe Bini

Prato, 14 settembre 2014 - «Se tornassi indietro preferirei morire io al suo posto». E’ con queste parole che Sebastiano Martini, 27 anni, pistoiese, studente di scienze infermieristiche, interviene sulla pagina Facebook di un giornale commentando la notizia del tragico incidente di sabato mattina. Poco dopo le dieci, mentre era alla guida della sua auto, una Golf di colore nero, per cause che saranno definitivamente chiare dopo i rilievi che sono in corso da parte dei carabinieri, il giovane ha investito, senza scampo, Giuseppe Bini. L’uomo era in sella alla sua bici, insieme agli amici cicloamatori di Prato stava facendo il «giro dei due bacini». Si era staccato dal gruppo, che si era fermato per aspettare uno dei ciclisti rimasti indietro. Bini è stato investito nella parte meno illuminata della vecchia galleria sulla Porrettana, non indossava elementi catarifrangenti, si è appreso.

«La visibilità all’interno è scarsissima — scrive ancora Martini —. Il ciclista non aveva una luce o qualcosa che lo rendesse visibile. Sulla destra c’è pieno di buche. Io mi sono ritrovato questo povero sciagurato che, vuoi per evitare una buca, vuoi per una qualsiasi altra ragione si è spostato sulla sinistra precisa sull’angolo del mio cofano. Cosa avrei dovuto fare? Mi dispiace tanto per lui e per la sua famiglia, con la quale spero di poter parlare presto. Chiedo scusa a tutti, per l’accaduto e per lo sfogo».

Gelo però dalla famiglia di Bini. I cognati sono tornati nella galleria della morte e aspettano l'esito dell'indagine della magistratura consigliando di 'evitare dichiarazioni fuori luogo'.