"Via Ciulli, il sottopasso è abusivo"

Il giudice respinge la richiesta di dissequestro presentata dal Comune perché manca l'autorizzazione del Genio civile sulla valutazione di impatto idrico

Il sottopasso di via Ciulli sotto sequestro

Il sottopasso di via Ciulli sotto sequestro

Prato, 16 settembre 2014 - Niente dissequestro. Il sottopasso di via Ciulli resta chiuso, almeno per il momento. A deciderlo è stato stamani il giudice monocratico Monica Jacqueline Magi — nell’ambito del processo per la morte delle tre donne cinesi annegate nell’ottobre del 2010 — a fronte dell richiesta di dissequestro presentata una quindicina di giorni fa dal Comune. Il giudice, con parere negativo anche della Procura e del pm titolare del fascicolo Lorenzo Gestri, ha spiegato che il sottopasso non potrà essere riaperto perché «abusivo». L’opera infatti fu realizzata negli anni Novanta senza l’autorizzazione del Genio civile, unico ente preposto alla valutazione di impatto idrico. In aula stamani è stato sentito anche un tecnico del Genio civile di Firenze che ha spiegato come non sia mai arrivata nessuna richiesta di autorizzazione per quell’opera né al momento della costruzione né dopo i lavori di messa in sicurezza realizzati dal Comune un anno fa. Mancando questo passaggio necessario, il sottopasso diventa, per legge, «abusivo». Solo il Genio civile, dunque, potrà decidere se poterlo riaprire oppure se chiuderlo per sempre. Il giudice, inoltre, ha revocato a Lorenzo Frasconi, dirigente del Comune ma anche imputato nel processo insieme a Sandro Gensini di Asm, Paolo Berti delle Ferrovie e il direttore dei lavori Stefano Caldini, il ruolo di custode del sottopasso dopo la morte dell'anziano in bicicletta.

Laura Natoli