Tubercolosi, casi in aumento. L'allarme del sindacato

Cgil: “Nonostante i casi di tubercolosi progrediscano in numerosità nella zona di Prato, continua a non arrivare il medico previsto dal progetto regionale”

In corsia (foto d'archivio)

In corsia (foto d'archivio)

Prato, 29 aprile 2016 - “Nonostante i casi di tubercolosi progrediscano in numerosità nella zona di Prato, continua a non arrivare il medico previsto dal progetto regionale denominato potenziamento della sorveglianza e controllo della tubercolosi nell’Area vasta centro”. Così la Fp Cgil Sanità di Prato che si dice “preoccupata per la perdurante disattenzione da parte dell’Asl Toscana Centro alle peculiarità del territorio pratese.” Il tasso d’incidenza nazionale della tubercolosi stimato nel 2014, infatti, è stato pari a 6 casi per 100.000 abitanti.

Nella provincia di Prato il tasso d’incidenza nello stesso periodo è stato, invece, di 21,36 notifiche per 100.000 abitanti, ovvero 3 volte e mezzo il dato nazionale. Per contrastare questo preoccupante fenomeno, la giunta regionale toscana avrebbe attivato un progetto che coinvolge le ex Asl di Firenze, Empoli, Pistoia e Prato oggi confluite nell’ASL Toscana Centro. Alla ex ASL di Prato, viste le peculiarità epidemiologiche, è stato assegnato il ruolo di capofila per il progetto. Questo ha permesso l’attuazione di un piano di sorveglianza straordinario, ai fini di implementare le attività di controllo della tubercolosi riguardo alla gestione dei contatti di caso, alla corretta ricerca attiva della tubercolosi nella popolazione immigrata, nonché alla identificazione di nuovi casi nei gruppi di popolazione a rischio.

Nel periodo compreso tra gli anni 2007 e 2015 sono stati notificati all’Unità Funzionale Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Asl di Prato 734 casi di sospetta tubercolosi e micobatteriosi, dei quali 701 si sono poi confermati tubercolari. Dal 2007 al 2010 si registra una crescita di notifiche di tubercolosi totali, per poi avere una leggera decrescita negli anni successivi, con un nuovo trend in ascesa dal 2013. Tale andamento si riflette sia nelle notifiche di tubercolosi confermate e nelle micobatteriosi. Nel 2015, infine, sono state effettuate dall’Unità Funzionale Igiene Pubblica e della Nutrizione dell’ex Azienda USL 4 di Prato 757 esami con somministrazione del test di Mantoux, esame che evidenzia l’infezione da tubercolosi, con conseguente invio alle indagini diagnostiche di secondo livello, radiografia del torace e consulenza specialistica, di 202 pazienti. Dalle indagini diagnostiche di secondo livello sono stati individuati 3 casi di tubercolosi polmonare attiva, con relativo ricovero ospedaliero.

“A fronte di ciò rimane vacante il posto del medico previsto dal piano regionale per il potenziamento della sorveglianza e controllo della tubercolosi. Sono stati spesi 104.000 euro, per l'assunzione di quattro assistenti sanitari, su un finanziamento complessivo triennale di 588.000,00 euro. Il copioso residuo del finanziamento, 484.000 euro, rischiano di ritornare alla Regione Toscana lasciando Prato a combattere con i 74 casi di tubercolosi annuali verificati sul territorio. Risulta evidente e non più sopportabile – conclude il Segretario FP CGIL Sanità di Prato Sandro Malucchi - il procrastinarsi della sottovalutazione, da parte dell’ASL Toscana Centro, dei bisogni di personale e di professionalità dell’area pratese.”