"I tossici ora molestano gli universitari stranieri"

Gli albergatori: "Prato insicura, messaggio devastante"

Controlli antidroga in via Cironi (foto Attalmi)

Controlli antidroga in via Cironi (foto Attalmi)

Prato, 7 luglio 2015 - Non è più soltanto un problema di degrado. La presenza dei tossici nella «zona calda» di via Cironi, via Santa Margherita e via Magnolfi adesso ha un risvolto ben più preoccupante che potrebbe andare ad incidere negativamente sul tessuto economico della città. A lanciare l’allarme è Rodolfo Tomada, presidente di Federalberghi, che ieri pomeriggio ha convocato una riunione d’urgenza proprio per affrontare il problema dei drogati in città. La riunione è stata indetta a seguito di numerose segnalazioni che sono arrivate agli stessi albergatori da parte di studenti della Monash e della New Haven molestati dai tossici che ormai hanno scelto Prato, e in particolare la zona del Serraglio, come «base» per acquistare e iniettarsi droga praticamente a tutte le ore del giorno e della notte.

Un problema ben noto che però adesso potrebbe avere un risvolto ben più pesante del solo degrado. La preoccupazione degli albergatori è che tra gli studenti passi il messaggio che Prato è una città insicura. Un’informazione non difficile da trasmettere tra 20enni nell’epoca dei social network e che davvero potrebbe avere effetti devastanti sull’economia cittadina. Scegliere un altro campus, con il mondo a disposizione, non è certo difficile. «Non si tratta più di una questione di degrado, ma di qualcosa di ben più serio - spiega il presidente degli albergatori Rodolfo Tomada - Abbiamo indetto questa riunione proprio perchè se passasse questo messaggio sarebbe devastante non solo per noi albergatori, ma per tutta la città. Si tratta di centinaia di studenti e di professionisti che vengono a Prato da tutto il mondo grazie alle università straniere e che potrebbero facilmente decidere di cambiare meta se passasse il messaggio di città insicura. Così rischiamo un’esclusione che sarebbe veramente una tragedia...».

I problemi riguardano soprattutto le studentesse; molte hanno denunciato di essere state avvicinate e infastidite dai tossici che frequentano la zona del Serraglio oltre ad aver assistito a scene davvero poco edificanti di giovani che si iniettano una dose in pieno giorno e davanti ai passanti. Momenti di ordinaria normalità al Serraglio, che però a chi arriva da oltreoceano forse non sembrano tali. «VOGLIAMO prima di tutto sollevare un dibattito serio su questo problema, coinvolgere le università straniere e insieme a loro l’amministrazione comunale, con la quale vorremmo aprire velocemente un dialogo perchè prenda coscienza che il problema è veramente grave non solo dal punto di vista del decoro, ma di cosa può comportare la diffusione di questo sentimento di non sicurezza nei ragazzi e nei visitatori - conclude Tomada - Grazie alle università straniere che hanno scelto di investire su Prato, la città ha abbandonato la sua dimensione provinciale, non facciamo l’errore di perdere questa occasione e tornare indietro di decenni».

Silvia Bini