La scuola sempre più digitale: le elementari ora hanno la stampante 3D

Via al progetto che vede coinvolti il Comune e l'ufficio scolastico provinciale

Una delle stampanti 3D consegnate alle scuole

Una delle stampanti 3D consegnate alle scuole

Prato, 2 maggio 2016 - Cinque stampanti 3D sono state consegnate in altrettante scuole primarie di Prato: negli Istituti comprensivi Marco Polo, Iva Pacetti, Primo Levi, Malaparte e Nord. "Nell'ambito del progetto di formazione Indire, Prato sara' l'unica citta' in Italia ad avere cinque stampanti 3D nelle scuole.

Sara' l'occasione per dare strumenti innovativi ai nostri studenti e per formare molti insegnanti. Continua il nostro grande impegno per portare le nuove tecnologie a scuola - dichiara l'assessore all'Innovazione Tecnologica del Comune di Prato Benedetta Squittieri - introdurre un elemento di innovazione sin dalla piu' tenera eta' significa iniziare a far progettare i bambini attraverso il gioco. La nostra sfida e' creare una cultura digitale in tutta la citta' a partire dalle scuole. Non vogliamo lasciare indietro nessuno. La nostra e' una visione democratica della scuola pubblica. Nelle scuole pratesi tutti i bambini dovranno avere accesso ad una scuola digitale inclusiva".

Il progetto si sviluppa in sinergia con quello di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici dell'agenzia Indire, con l'Ufficio scolastico provinciale, che finanzia tre delle cinque stampanti per un totale di circa 5.000 euro, con l'azienda del territorio Gimax3D, che mette a disposizione in comodato d'uso gratuito le altre due, all'interno del contesto piu' ampio del "Piano Nazionale per la Scuola Digitale", il primo in Europa. "Attraverso un lavoro di rete vogliamo condividere e rimettere insieme tutte le potenzialita' e le opportunita' che abbiamo - afferma l'assessore alla Pubblica Istruzione Mariagrazia Ciambellotti - favorire l'apprendimento sin dalla prima infanzia attraverso le nuove tecnologie significa sviluppare un atteggiamento attivo e creativo dei bambini, i quali comunque entrerebbero precocemente in contatto con questi strumenti. La scuola puo' ribaltare quello che e' l'approccio piu' usuale".