Marta Pagnini debutta in Coppa del Mondo. Come giudice

Dopo una grande carriera mondiale nella ritmica, la nuova avventura nella nuova vesta

Marta Pagnini (foto Attalmi)

Marta Pagnini (foto Attalmi)

Prato, 9 luglio 2017 - Dall’altra parte della barricata. Un anno fa a Rio de Janeiro il mondo della ginnastica ammirava il capitano Marta Pagnini, che in quell’occasine disputava purtroppo la sua ultima competizione prima del ritiro. Una carriera fatta di enormi soddisfazioni, con una pioggia di medaglie (compresa quella olimpica di Londra con un bronzo pesante come oro massiccio) e trionfi in tutto il globo.

L’estate successiva, quella in corso, è invece quella del ritorno non in pedana, ma ai lati: questo fine settimana la Pagnini ha debuttato in Coppa del Mondo come giudice internazionale. L’appuntamento di Berlino per la tappa tedesca della World Challenge Cup segna così il ritorno ad alto livello di Marta nel mondo della ritmica, quel mondo dove - lo aveva detto subito - le sarebbe piaciuto rimanere. E così è. Del resto la ginnastica ritmica non può fare a meno di lei, splendida Farfalla nella ‘prima generazione’ e capitano delle leonesse nella seconda, con il solo rammarico di aver mancato il podio brasiliano per un nonnulla.

«Come mi sento? Sono molto tranquilla, mi sento sicura di me», ci dice il giudice Pagnini da Berlino. «Questa non è la mia prima gara internazionale come giudice quindi sono tranquilla. Però... è la prima in coppa del mondo. Quindi sì, è un momento importante». Peraltro la ritimica italiana si prepara a un appuntamento di altissimo livello: dal 30 agosto al 3 settembre Pesaro ospiterà i Campionati del Mondo, l’appuntamento più importante di tutta la stagione agonistica.

Tornando alla nuova carriera di Marta Pagnini, il brevetto di giudice internazionale lo ha conquistato a inizio anno con un esame sostenuto in russo. Già, questa ragazza ha mille risorse.

E proprio la sua grinta e la sua determinazione l’avevano portata a meritarsi il grado di capitano della Nazionale. Adesso Marta siede al tavolo, quel tavolo che tante volte l’ha fatta penare - sì, la ginnastica è uno sport a punteggio e il giudizio della giuria spesso fa ribollire il sangue - ma che non l’ha mai vista scomporsi nemmeno di fronte alle evidenti ingiustizie. Magari poi una punta di veleno nell’intervista post-gara per far capire che nessuno è fesso, ma mai una parola fuori posto. Adesso in giuria c’è lei: una sorta di sigillo di garanzia di imparzialità e preparazione.