E' la domenica del derby Pistoiese-Prato

Cenciaioli o ‘piri’, l’epica dei cugini diversi

Il Prato in campo

Il Prato in campo

Prato, 29 ottobre 2017 -  NON CHIAMATELI fratelli coltelli: Prato e Pistoia in fondo in fondo (ma molto in fondo..) si vogliono bene, anche se hanno l’abitudine tutta toscana allo scontro come declinazione dell’Io. Nei derby al sapore di sale e sapore di mare in Versilia, eravamo “figli di bagnini viareggini”; al Melani ci canzoneranno con un “folza Prato (la elle al posto della erre per assimilarci alla genia cinese) o con il “cenciaioli” che era la nostra fierezza di un tempo.

E noi di rimando a urlare “chi non salta/pistoiese è”, il coro cantato più dell’inno nazionale dai pratesi, noti dissipatori, a confronto dei cugini pistoiesi che mettono i soldi sotto il mattone, prima di parlare ti chiedono “quanto gosta” (con la “g” proto) e tirano i coriandoli con l’elastico per riaverli indietro. Fra le due province, aldilà dei simpatici dileggi, rimarrà anche domani l’arguzia, la freschezza, la spontaneità in termini liberi, screanzati, autocanzonatori.

GIRA E RIGIRA abbiamo radici comuni anche se alcuni campanilisti vorrebbero la dogana fra Prato e Pistoia. Ci sono stati pratesi che hanno sposato le pistoiesi incontrate nelle sale da ballo di Agliana o Pistoia, dove si chiedevano informazioni al prete della parrocchia prima di avviare il connubio. Animosità quasi mai. Non ci siamo mai strappati i capelli nel derby.

Tu chiamale, se vuoi, emozioni per dirla con Lucio Battisti. Resta il fatto che fra i tanti derby toscani, quello contro i cugini che oltre ai derby tentarono di rubarci la sacra cintola, resta pur sempre con la “D” maiuscola, un confronto epico non immerso più ahinoi nell’odore di caldarroste di un autunno che quest’anno non vuol volgere all’inverno, mentre allora di questi tempi si preparavano già gli scaldini che ci arrostivano le cosce degli inverni senza fine.

SEMPRE epico resta. Avrebbe voluto giocarlo anche l’infortunato ex pistoiese Gargiulo, magari con le stampelle. Per lanciarle in caso di vittoria, come l’Enrico Toti contro le truppe austriache. Difficile possa farcela. Da quando è a Prato non gli è mai toccato il privilegio di scendere in campo contro la Pistoiese. La classifica sarebbe a favore di Pistoia.

MA IN QUESTI confronti non ci sono favoriti. Il derby è come il gatto della strega: s’annida e guarda lontano, ti blandisce e si struscia, si muove all’improvviso di scatto e ti graffia. Fidati era un bonomo, ma non fidarsi è meglio. Non basterà dire “son di Prao e voglio esser rispettao”. Se vuoi essere rispettato dagli altri, la cosa più grande è rispettare te stesso, diceva Dostoevskij , quello di “Delitto e castigo”. Che è come dire: vinci il derby e avrai l’ossequio di tutti. Il resto è fuffa.

Roberto Baldi