Cinema, l’annus horribilis dei pratesi

Grande delusione al botteghino per Veronesi. Ma Pif veste qui

Pif e Miriam Leone in una scena del film «In guerra per amore»: costumi scelti nei magazzini della ditta pratese No war di via Torcicoda

Pif e Miriam Leone in una scena del film «In guerra per amore»: costumi scelti nei magazzini della ditta pratese No war di via Torcicoda

Prato, 22 agosto 2017 - Annus horribilis per i cineasti pratesi. O meglio, stagione cinematografica «orribile» per registi, attori e sceneggiatori made in Prato. Nella lista dei cento film di maggiore incasso tra settembre 2016 e giugno 2017 appena pubblicata dall’autorevole rivista Ciak non vi è la minima traccia degli autori pratesi che un tempo imperversavano nella top ten. I primi dieci incassi sono esclusiva di kolossal hollywoodiani, tra cartoni animati, mostriciattoli, pirati, inseguimenti on the road. Trionfa «La bella e la bestia» versione live con oltre venti milioni d’incasso. Poi «Alla ricerca di Dory», «Animali fantastici e dove trovarli», «50 sfumature di grigio», «Fast and furious 8», «Oceania», «Pets», «Inferno», «Suicide squad».

Nelle altre novanta posizioni, soltanto 22 film italiani. E quasi tutte commedie comiche. Vince «L’ora legale» con Ficarra e Picone (11 posizione con oltre 10 milioni di euro d’incasso. E poi ci sono i soliti noti come Alessandro Siani («Mister felicità» 13°), Christian De Sica («Poveri ma ricchi»22°), Cortellesi/Albanese («Mamma o papà» 34°) e tanti altri. La cosa che colpisce è la mancanza di Giovanni Veronesi, regista e sceneggiatore dagli incassi stratosferici. Il suo ultimo film, «Non è un paese per giovani», risulta clamorosamente bocciato dal pubblico non comparendo neppure nella lista dei primi cento incassi. Dalla uscita nelle sale lo scorso marzo, il film ambientato per buona parte a Cuba non ha totalizzato neppure un milione di euro. E probabilmente il primo ad essere dispiaciuto è stato proprio lo stesso Veronesi, tanto da commentare la cosa con qualche critica nei confronti del pubblico italiano. In fondo il film di Veronesi era un passo avanti rispetto ai suoi film precedenti che però trionfavano al box office. Basti pensare alla trilogia di «Manuale d’amore», «Italians» con Verdone, Scamarcio, Castellitto oppure con «Il mio West» con l’insolito trio Pieraccioni, Harvey Keitel, David Bowie.

Se almeno Veronesi avesse firmato un nuovo film per Pieraccioni, di sicuro entrambi non sarebbero mancati in classifica. Cento film e nessuna traccia di Prato. Consoliamoci sapendo che alcuni abiti di scena usati da Pif per «In guerra per amore» al 40° posto con quasi quattro milioni d’incasso, sono stati scelti nei magazzini della ditta pratese No war di via Torcicoda. In fondo Veronesi non è l’unica «vittima illustre» di quest’ultima stagione. Ferzan Ozpetek e Gabriele Muccino un tempo registi milionari, hanno racimolato solo tre milioni di euro con due film, «Rosso Istanbul» e «L’estate addosso».