Una danza tribale al posto della recita natalizia

Succede alla Cesare Guasti, genitori infuriati. La preside: "Una scelta didattica"

La preside Angela di Buono

La preside Angela di Buono

Prato, 24 dicembre 2015 - Tu scendi dalle stelle ha lasciato il posto all’Ombelico del Mondo. La Natività è stata scalzata da una danza tribale. In testa copricapo leopardati. Dire che sono rimasti esterrefatti alcuni genitori e nonni chiamati ieri mattina ad assistere alla scuola Cesare Guasti alla recita natalizia dei propri figli e nipotini, è poco. Almeno qualcosa che richiamasse il clima natalizio i familiari dei piccoli alunni-attori se lo sarebbero aspettato. E invece come in altre parti d’Italia, anche Prato, in questo caso, non ha fatto eccezione.

«Siamo andati a vedere nostra nipote pensando che facesse una rappresentazione natalizia e invece ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo che niente aveva a che fare con il Natale né tanto meno con le nostre tradizioni - spiega un nonno presente in sala - È stata una rappresentazione incentrata sulla nascita del mondo chiamata Aurora. Né un richiamo al Natale... niente di niente. I bambini hanno cantato l’Ombelico del Mondo di Jovanotti ed hanno messo in scena una danza tribale. Azzerando le nostre tradizioni non si rispetta nessuno, non è la maniera di fare integrazione. Questa recita poteva benissimo essere fatta a fine anno scolastico, ma mettere in scena la nascita del modo per la recita di Natale che senso ha». In realtà la scelta della preside Angela Di Buono che da quest’anno ha preso la guida dell’Istituto Marco Polo di cui fa parte anche la primaria di via Santa Caterina, non è piaciuta a molti genitori e persino a qualche insegnante che tra le righe ha fatto capire ai genitori e ai nonni che si sono andati a lamentare, il loro disappunto. «Anche l’insegnate con la quale ci siamo lamentati ci ha confidato di non essere molto d’accordo - spiega ancora il nonno - Se è Natale perchè dobbiamo far finta che non lo sia. Così facendo si crea soltanto confusione nei bambini. Credo che anche i compagni di mia nipote che vengono da ogni parte del mondo, non avrebbero disdegnato una stella cadente o una recita natalizia».

Dal canto suo la preside Di Buono difende la scelta «didattica»: «Non voglio entrare nel merito delle polemiche sulle tradizioni - spiega la dirigente - La nostra scuola ha organizzato un concorso di presepi così come i nostri alunni sono stati in Comune a portare gli auguri con canti natalizi, semplicemente abbiamo deciso di legare la recita scolastica alla didattica. Siccome i bambini hanno studiato la Preistoria abbiamo messo in scena qualcosa collegato a quanto avevano studiato. Abbiamo scelto questa occasione per presentare alle famiglie il lavoro fatto in classe e per scambiarci gli auguri. La recita è stata una rielaborazione con linguaggi diversi di quanto studiato in questi mesi. Capisco che qualche famiglia si sarebbe aspettata una recita più prettamente natalizia, ma stiamo lavorando molto con i nostri ragazzi e ogni occasione è importante per creare un ulteriore momento legato alla didattica e allo studio. Non è certo escludendo le tradizioni che educhiamo i nostri ragazzi».