Morì per salvare ragazza cinese. "Nessuno ha mai chiesto scusa"

Lo sfogo della vedova del motociclista. E la procura chiede il processo

La Ducati dello sfortunato motociclista pratese Roberto Signore (Attalmi)

La Ducati dello sfortunato motociclista pratese Roberto Signore (Attalmi)

Prato, 22 novembre 2015 - «Nessun contatto da parte della famiglia della ragazzina, nessuna manifestazione di scusa o dispiacere». Il grido di dolore arriva da Monica Andreini - tramite i suoi avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba -, moglie di Roberto Signore, originario di Pistoia, morto a 47 anni in seguito a un incidente in Declassata: Signore cadde dalla moto nel disperato tentativo di schivare una ragazzina che stava attraversando a piedi la strada all’altezza della passerella pedonale di San Giusto.

Era la mattina del 20 maggio scorso: Signore, nella caduta, sbatte il mento sull’asfalto, il casco si ruppè e l’uomo, 47 anni, finì in coma per le gravi lesioni riportate. Dopo alcune settimane, morì in ospedale lasciando la moglie e una figlia adolescente. La ragazzina cinese, invece, riportò solo ferite lievi.

Tutta la scena fu filmata dalle telecamere della polizia municipale posizionate nelle vicinanze della passerella pedonale. Le immagini, sulle quali si è basata l’indagine della procura, erano chiare: la ragazza, una cinese di diciotto anni appena compiuti che frequenta le scuole di via Reggiana e ben integrata in città (difesa dall’avvocato Cappelli), aveva scavalcato il primo guard rail per attraversare la strada a piedi in mezzo alle auto che sfrecciavano a tutta velocità. All’improvviso si vede Signore arrivare con la sua Ducati rossa, a velocità ridotta, in direzione di Firenze: l’uomo, nel tentativo di evitare la ragazzina, cade a terra finendo in un fosso lungo la Declassata.

Il Pm Laura Canovai ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico della cinese chiedendo il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per metà febbraio. La ragazza aveva attraversato a piedi la Declassata – nonostante il divieto assoluto del codice della strada – dopo aver trovato la passerella pedonale chiusa dopo un atto vandalico. Invece di fare il giro largo per raggiungere il polo scolastico di via Reggiana decise di sfidare quella strada pericolosissima a quattro corsie. Una leggerezza, forse dovuta all’età, ma che è costata la vita a Signore.

Intanto la moglie della vittima non si dà pace e, dopo mesi di silenzio e lacrime, fa sentire per la prima volta la sua voce. «Non è possibile che la famiglia della ragazza, assistita da un avvocato pratese molto conosciuto, non si sia mai fatta sentire – fanno sapere i legali della moglie e della figlia, Febbo e Malerba –. Non è stato cercato nessun contatto né sotto forma di scuse, né di dolore o dispiacere, né a livello risarcitorio. Roberto Signore quella mattina stava andando a lavorare come tutte le mattine. Era lui a mantenere la famiglia che adesso è completamente sola nella disperazione e nel dolore. La ragazza che ha attraversato la strada è quasi coetanea della figlia della vittima, dovrebbero capire che cosa sta provando. Almeno un gesto di solidarietà, in tutti questi mesi, se lo sarebbero aspettato».