Risse in strada e laboratori cinesi. Via dei Tintori rischia di morire

Deserta giorno e notte: e la chiusura alle auto è l’ultimo colpo

Via Dei Tintori

Via Dei Tintori

Prato, 3 settembre 2015 - LA FOTO inviataci da una lettrice e che pubblichiamo qui in basso, documenta ciò che sta diventando via dei Tintori, una delle strade principali del centro cittadino, da tempo avvolta in un declino irreversibile. L’immagine speditaci dalla signora assieme ad altre tre (complimenti per la qualità delle inquadrature: eccellenti per un non professionista) coglie un cittadino cinese mentre carica su un furgone sacchi di plastica. In altra foto, lo stesso uomo trasporta verso un’auto capi di abbigliamento stivati in un carrello del supermercato. Esce da una porta della parte iniziale della strada, poco dopo l’incrocio con via Santo Stefano. Evidentemente in uno dei fondi affacciati sulla strada si lavora, si taglia, si cuce. Basta passare di sera per accorgersene. Tutto in regola? Non sappiamo. Di certo, la presenza dei cinesi comunque intenti a lavorare appare a suo modo rassicurante se confrontata con quella dei centroafricani che gestiscono il fondo all’angolo con via Santo Stefano: una domenica di giugno ci trovammo in mezzo a una rissa scaturita fra una ventina di loro nelle ore del passeggio serale. Botte, urla, lampeggianti della polizia.

VIA DEI TINTORI vive (o sopravvive) all’inizio e alla fine. Accanto a piazza Lippi per la resistenza di Ferraboschi e di un altro paio di negozi. All’incrocio con via Garibaldi grazie all’indotto portato da quest’ultima, frequentatissima. Nel mezzo, via dei Tintori è una serie infinita di «retrobottega»: il «dietro» del Politeama, della Gardenia, dell’Excelsior. Sul lato opposto lo è degli uffici comunali sul Mercatale. Uscite di sicurezza, accesso ai magazzini, ingressi secondari. Un fondo al piano terra, sulla sinistra, è diventato da poco sede di prova di un bellissimo coro dal registro classico. Acuti e armonie nella sera fin quasi a notte. Ma all’uscita sono timori per le cantanti. Sul lato sinistro, bello il recupero di un vecchio palazzo rimesso a nuovo. Ma si vedono pochi entrare e uscire dal portone. La via si rianima alla curva. Dove a sinistra c’è quasi sempre movimento con l’andirivieni di ragazze cinesi che rientrano a passo svelto, lasciando il portone socchiuso al cliente con cui si sono accordate sul Mercatale.

UN COLPO è arrivato con la pedonalizzazione. Siamo contrari al libero accesso delle auto nei centri storici, zone da godere passeggiando, pedalando, senza rumori o gas. Qui la chiusura alle auto sottrae l’ultimo seppur fugace e transitorio presidio al degrado: qualcuno che passa, chiede strada. Che in qualche modo segna una vita. Senza pure le auto la strada è deserta di notte e di giorno. Col rischio che a popolarla siano presenze poco rassicuranti e che via dei Tintori diventi il prolungamento non del centro che si cerca di recuperare alla città ma del «triangolo maledetto di via San Giorgio, via Santa Margherita, via Cironi. Dove ieri le forze dell’ordine hanno compiuto l’ennesimo blitz. E dove da oggi sarà come se nulla fosse accaduto.

p.c