Razzia di tubi di rame al Creaf: ladri messi in fuga dai vigilanti

I balordi hanno tagliato la recinzione. La guardia giurata della Pratopol trova una borsa con arnesi da scasso

Una pattuglia della «Pratopol»

Una pattuglia della «Pratopol»

Prato, 28 giugno 2016 - I ladri si attaccano proprio a tutto. Nessuno lo avrebbe mai immaginato ma l’altra notte, i balordi hanno provato a entrare nella sede (vuota) dell’ex Creaf in via Galcianese 34, oggi Centro di ricerca e alta formazione ma che ancora non ha neppure un inquilino. Ebbene sì, anche quello che è stato definito più volte lo «scatolone» vuoto (o cattedrale nel deserto) ha fatto gola ai ladri che hanno portato via le tubature di rame sull’esterno e hanno tentato di forzare la porta di ingresso alla ricerca di qualcosa da rubare. Ossia nulla, perché dentro non c’è nulla da prendere. Il furto è avvenuto nella serata di domenica ma il tentativo dei ladri è stato interrotto delle guardie dell’istituto di vigilanza «Pratopol» che sono arrivate sul posto in pochi minuti mettendo in fuga i balordi. L’allarme è scattato intorno alle 23 e subito la pattuglia della Pratopol è partita in direzione di via Galcianese. E’ probabile che i ladri siano stati messi in fuga dall’arrivo della pattuglia lasciando sul posto un borsone pieno di arnesi per lo scasso e del rame. I balordi hanno tentato di staccare le tubature di rame, alcune le hanno anche portate via. Poi, hanno provato a entrare dentro il grosso immobile non riuscendovi a causa dell’impianto di allarme.

Sul posto sono stati ritrovati alcuni pezzi di rame (l’«oro rosso» che fa tanto gola ai balordi perché viene rivenduto nei mercati dell’est Europa) che i balordi non hanno fatto a tempo a rubare. Sul posto sono state arrivate anche le forze dell’ordine e Laura Calciolari, amministratore delegato di Creaf srl, che si è riservata di sporgere denuncia. I ladri si sono introdotti attraverso la recinzione sulla parte laterale dell’immobile, prima hanno staccato i tubi di rame, poi hanno provato a forzare l’ingresso. Un tentativo disperato, segno che i balordi si accontentano proprio di tutto anche perché è risaputo che all’interno dell’immobile di via Galcianese, al momento, non c’è assolutamente nulla. Insomma, quello scatolone che ha fatto parlare tanto di sé e che è diventato il simbolo dello spreco di denaro pubblico in città (22 milioni di euro spesi), non riesce a trovare proprio pace. E, per fortuna, che la porta non è stata rotta, altrimenti ci sarebbero voluti pure i soldi per metterla a posto.