Amianto nei tubi, la replica di Publiacqua: «Stiamo provvedendo»

La denuncia partita da Ginevra Lombardi

Ginevra Lombardi del movimento  per la ripubblicizzazione dell’acqua (Foto Castellani)

Ginevra Lombardi del movimento per la ripubblicizzazione dell’acqua (Foto Castellani)

Prato, 29 ottobre 2014 - Condutture di Publiacqua in amianto pericolose per la salute. Questa la denuncia di Ginevra Lombardi, attiva nel movimento per la ripubblicizzazione dell’acqua ed ex assessore del comune di Pistoia. «Le condotte in amianto con l’usura – afferma Lombardi - tendono a rilasciare fibre che contaminano l’acqua, esponendo il nostro organismo al rischio di contatto. Tale rischio cresce via via che le tubature, invecchiando, si sfibrano o si rompono. Publiacqua, che fa pagare una delle bollette più care d’Italia, ha le reti peggiori della Toscana e perde il 51% dell’acqua che immette in rete. Ha riscosso dalle nostre bollette 69 milioni di euro per investimenti che non ha mai realizzato. Si usino questi soldi che gli utenti hanno versato per sostituire rapidamente tutte le condotte in amianto».

Nel territorio di competenza di Publiacqua le tubature in cemento –amianto sono più di 200 chilometri.

«Quello che stiamo facendo – fanno sapere dall’azienda – è la sostituzione delle tubature in ordine alla loro vetustà. Ovviamente non utilizziamo più il cemento-amianto che però non è mai stato ritenuto pericoloso, tranne che per l’inalazione, tant’è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha autorizzato l’utilizzo. Per sostituire interamente i 225 chilometri di tubature, occorrerebbero circa 200milioni di euro, impensabile poterlo fare in una volta sola. Il problema maggiore è per l’azienda che si trova a dover smaltire questo materiale utilizzando ditte specializzate con la conseguenza che i tempi si allungano».

«Le perdite medie – concludono - sono in media del 30% ma attraverso il progetto della distrettualizzazione puntiamo a prevenire, controllare e ridurre le perdite sulla rete idrica e gestire all’infrastruttura idrica cittadina. Il primo risultato evidente del lavoro svolto si è misurato la scorsa estate: l’acquedotto di Pistoia è risultato autonomo rispetto all’integrazione proveniente da Firenze e dall’anello idrico pratese. A Prato abbiamo iniziato con il Macrolotto e la zona di Mezzana».