Può nascere a Prato l'archivio mondiale delle rocce dei crateri

Avviate le richieste per i finanziamenti

Marco Morelli e Margherita Hack

Marco Morelli e Margherita Hack

Prato, 20 agosto - Il Museo di Scienze Planetarie, unica struttura di questo genere in Italia e custode della più importante collezione di meteoriti e rocce da impatto presenti nel nostro Paese, effettua da anni ricerca scientifica per lo studi delle meteoriti e degli effetti degli impatti di grandi asteroidi della superficie del nostro pianeta. Da circa due anni il Museo ha stretto collaborazioni nazionali e internazionali con l’Agenzia spaziale europea, l’Agenzia spaziale italiana e sta partecipando alla realizzazione del più importante parco astronomico europeo che troverà sede sulle Madonie, in Sicilia. Qui, tra le altre, verrà alloggiato il più grande telescopio euroasiatico per l’individuazione e l’osservazione di oggetti cosmici che potenzialmente potrebbero impattare sulla Terra.

Il Direttore del museo di Scienze Planetarie Marco Morelli: “In Sicilia, il nostro Museo si occuperà degli allestimenti del Museo associato al Parco Astronomico e della ricerca scientifica relativa allo studio di meteoriti e rocce da impatto, le rocce che si originano per l’impatto di asteroidi sulla Terra e che ci raccontano dei grandi stravolgimenti ambientali che, periodicamente, nel lontano passato del nostro inquieto pianeta, hanno colpito le forme viventi. Un esempio su tutti la scomparsa dei dinosauri da imputare per lo più alla caduta di un asteroide di dieci chilometri che ha sconvolto il clima terrestre per centinaia di milioni di anni. Comprendere come l’interazione tra la Terra e meteoriti e asteroidi possono influenzare l’evoluzione degli ambienti naturali, vuol dire capire come e cosa fare di fronte alla possibilità che un asteroide ci colpisca. Sembra fantascienza ma le probabilità non sono così remote ed eventi come quello sui Monti Urali, in Russia, lo scorso anno, devono far riflettere. Sulla Terra sono ancora conservati e in qualche modo ancora riconoscibili poco meno di 200 crateri da impatto. Con alcuni colleghi dell’Agenzia spaziale italiana e dell’Istituto nazionale di astrofisica che partecipano al progetto del Parco Astronomico in Sicilia, abbiamo convenuto che è oggi necessario unire in un’unica banca dati campioni provenienti da tutti i crateri da impatto identificati sulla Terra, in modo da facilitare il compito degli studiosi che, in questo modo, facendo riferimento a Prato, potranno ottenere una visione complessiva e completa dei dati acquisibili”. Le procedure per la richiesta di finanziamenti sono già avviate, così come la stesura di accordi con istituzioni scientifiche internazionali (in primis anche la NASA) che sono interessate all’iniziativa.

Resta il grande punto interrogativo riguardante il futuro del Museo di Scienze Planetarie che, essendo un museo provinciale, dovrà affrontare in qualche modo il ridimensionamento delle provincie stesse. “Io sono molto, totalmente fiducioso”, continua Morelli. “Sia perché il grande lavoro svolto dal Presidente della Provincia Lamberto Gestri e dai suoi collaboratori del settore “cultura” in questi anni ci ha permesso di lavorare con tranquillità e soddisfazione permettendo di aprirci verso il mondo esterno a quello di Prato, sia per le importanti rassicurazioni ricevute dal Sindaco Matteo Biffoni che, da subito, ha riconosciuto nel nostro Museo una struttura che Prato non può perdere. L’apertura verso entità nazionali e internazionali del nostro Museo, con il riconoscimento ottenuto dall’Agenzia Spaziale Europea come eccellenza didattica per le Scienze Planetarie, ci ha definitivamente proiettato tra le eccellenze scientifiche del nostro Paese. La creazione della banca dati delle rocce dei crateri da impatto terrestri è una nuova sfida e un traguardo che premia il lavoro di tutti coloro che, in questi anni, hanno creduto nella nostra istituzione culturale”.