Venerdì 19 Aprile 2024

Ottanta a rischio: provincia occupata

Protesta dei dipendenti contro il governo. E Biffoni si unisce a loro

Occupazione provincia

Occupazione provincia

Prato, 19 dicembre - Ci sono Simona e Stefania che hanno due figli, Serena che è in dolce attesa e chi è vicino al traguardo della pensione. Loro, così come gli altri 150 dipendenti della Provincia, rischiano di trovarsi senza lavoro a seguito dell’emendamento inserito nella leggi di stabilità del governo Renzi che prevede il dimezzamento del budget destinato al personale degli enti provinciali.

Una decisione che per palazzo Buonamici significherebbe l’allontanamento di circa 80 dipendenti, quasi tutti con contratto a tempo indeterminato. Contro questa decisione del governo gli impiegati della Provincia ieri pomeriggio hanno pacificamente occupato proprio palazzo Buonamici, riunendosi nella sala del consiglio provinciale per ribadire «l’importanza del lavoro svolto». A sostenerli nella protesta anche il presidente della Provincia, Biffoni e il suo vice, Citarella.

«C’è preoccupazione per i servizi offerti ai cittadini - spiega Biffoni - ma anche per il futuro dell’ente. Non c’è chiarezza sul personale, sulle competenze e sulle risorse. Una situazione di totale buio».

Il bersaglio principale dei lavoratori della Provincia è stato il governo Renzi. All’ingresso di palazzo Buonamici è stato esposto un cartello che recitava: «Meno servizi, più tasse e disoccupati: questo è il governo Renzi».

«La sensazione - accusa Giacomo Petracchi della rappresentanza sindacale della Provincia - è che si vogliano colpire i dipendenti pubblici a cominciare da noi». D’accordo anche Adriana Pagliai: «Stiamo da due anni assistendo progressivamente allo svuotamento di un ente che offre servizi primari alla cittadinanza. Vorremmo la solidarietà dei colleghi delle altre amministrazioni pubbliche perchè dopo di noi toccherà a loro».

Dura contro il governo anche un’altra esponente del sindacato interno dei lavoratori, Simona Fraschini: «Abbiamo chiesto risposte che non sono arrivate - accusa - Noi crediamo nel pubblico, ci dimostri altrettanto il premier Renzi».