Serre cinesi, la preoccupazione di Coldiretti

"Ormai gestiscono il 25% dei terreni agricoli in provincia" / FOTO / VIDEO

Una serra gestita da cinesi fra San Giorgio a Colonica e Castelnuovo (foto Attalmi)

Una serra gestita da cinesi fra San Giorgio a Colonica e Castelnuovo (foto Attalmi)

Prato, 26 marzo 2015 - Agricoltori cinesi alla conquista degli orti di Prato con le sementi Made in China. Per un ettaro pagano anche mille euro l’anno. Gestiscono ormai il 25% dei terreni agricoli in provincia di Prato, dormono nelle roulotte, in serre e baracche di nylon trasformate in veri e propri “rifugi”. E' quanto denuncia in un comunicato Coldiretti Toscana. Certo, la presenza di agricoltori cinesi a Prato non è certo una novità (ci sono da anni), ma il problema non è mai stato affrontato.

“L’espansione di questa popolazione – spiega Claudio Lombardi, Segretario di zona di Coldiretti - è resa possibile soprattutto perché gli affitti sono in rapporto da 1 a 10 con quello che può corrispondere un pratese o un italiano al proprietario del terreno. Loro, i cinesi, possono arrivare anche a pagare 1.200 euro ad ettaro all’anno”.

“Le piante e le semente provengono dalla Cina – racconta ancora Lombardi - ed arrivano in maniera del tutto irregolare”. La forte espansione dell’agricoltura Made in China a Prato è andata di pari passo allo sviluppo di un mercato parallelo di prodotti agricoli destinati ai connazionali che a Prato hanno acquistato molte fabbriche tessili dagli italiani e vivono che stanno però “togliendo posizioni di mercato agli agricoltori pratesi”. C’è poi tutta un’altra serie di problematiche legate sia allo smaltimento della plastica che viene bruciata “mescolata” alla sterpaglia per non dare troppo dell’occhio sia all’impiego di manodopera non contrattualizzata e dei contratti di affitto che vengono regolarizzati “raramente”. “Lavorano giorno e notte. – raccontano alcuni testimoni – Siamo preoccupati per la nostra salute. Bruciano la plastica. Si sente il puzzo…”.