Prato, 11 gennaio 2014 - «MA QUALI primarie? Il centrodestra non le ha mai fatte. Chi non è d’accordo con una mia eventuale ricandidatura lo dica apertamente e faccia il percorso che ritiene più opportuno, proponendo un programma e un candidato».

E’ abbastanza spazientito il sindaco Roberto Cenni. Il suo fastidio, però, non è provocato dalla proposta lanciata dal Tea Party in sé, le primarie appunto, ma da quello che il primo cittadino intravede dietro quelle che definisce «sceneggiature e teatrini politici». «Non ho mai chiesto nulla a nessuno e non pongo vincoli a nessuno. Sto valutando in maniera del tutto personale i pro e i contro di una candidatura, pensando prima di tutto al bene della città — insiste Cenni, che evidentemente non ama essere “tirato per la giacca” — Se deciderò di ricandidarmi voglio una alleanza per governare e non, come si è visto in questi anni, una serie di accordi utili solo per vincere le elezioni, ma pronti a cadere e modificarsi al primo soffio di vento. Basta con gli equivoci. L’alleanza deve essere forte e chiara in partenza, senza compromessi: se qualcuno non è convinto, lo dica chiaramente e agisca di conseguenza, in trasparenza». Meglio soli che male accompagnati, insomma.

EFFETTIVAMENTE, visto lo scenario che va profilandosi nel centrodestra, tolti i “fedelissimi” di Forza Italia e Udc, difficile intravedere all’orizzonte altre alleanze immediate per il sindaco uscente: «E’ inutile cercare di mettere insieme per forza pensieri così diversi. Le primarie nascondono solo un dissenso e una volontà di mettere in discussione la mia posizione, con l’aggravante che si fa apertamente — aggiunge il primo cittadino — Invece di parlare di dinamiche di palazzo e di partito, bisognerebbe iniziare a parlare dei problemi della città e di come realizzare un programma serio di governo per provare a risolverli. Sono proprio il lavoro fatto e le battaglie portate avanti in questi anni, insieme al consenso della gente, che da una parte mi spingono a non mollare. Dall’altra, però, non è detto che ci siano le basi per governare nel modo giusto». Ma non è finita qui: «Invece di un progetto sulle alleanze bisogna fare un progetto di governo — conclude Cenni — sono contrario alle larghe intese generate da compromessi fatti per vincere le elezioni. Preferisco un percorso chiaro con pochi alleati ad accordi fasulli. Se mi ricandiderò non voglio rischiare di cadere nelle stesse problematiche di governo che ho avuto nel primo mandato».

LA COALIZIONE di centrodestra intanto è ben lontana dalla quadratura: da una parte l’ex consigliere della Lega Nord, Federico Tosoni, ieri ha appoggiato l’idea delle primarie lanciata dal Tea Party, dall’altra gli alfaniani fin dall’inizio si sono mostrati possibilisti sulle consultazioni.
C’è poi il grande rebus delle liste civiche. Da tempo si parla di una che potrebbe essere formata proprio dal sindaco, mentre le altre che sono nate in questi mesi per il momento sono abbastanza indecifrabili tranne «Città Forte» di Riccardo Bini che ha già bocciato apertamente il Cenni-bis.