Prato, 27 ottobre 2012 - IL TERREMOTO è doppio: Edoardo Nesi, scrittore Premio Strega 2011 non solo si è dimesso dalla giunta provinciale ma si è pure schierato politicamente. E non lo ha fatto nelle file di quel centrosinistra nel cui ambito ha pure militato come assessore della giunta guidata da Lamberto Gestri. Nesi ha firmato il manifesto con cui Italia Futura, il movimento di Luca Cordero di Montezemolo annuncia di appoggiare la ri-candidatura a premier di Mario Monti.

 

Un colpo di scena in piena regola, più adatto a un autore tetrale che a un romanziere. Edoardo Nesi lo ha annunciato in una lettera inviata al presidente della Provincia Lamberto Gestri, l’ex democristiano che volle fortemente Nesi nella sua giunta, facendone il fiore all’occhiello fra i mille traballamenti cui è andata incontro la sua squadra. Un fiore che ieri ha deciso di recidere il proprio gambo presentendo le dimissioni.

 

«SONO motivi personali che mi portano a dover prendere questa decisione irrevocabile – scrive Nesi nella lettera a Gestri – ed è difficile anche per me, credimi, trovare parole adatte a ringraziarti per questi anni passati in Provincia, spesi a cercare di essere all’altezza dell’impegno e della responsabilità che mi avevi affidato, sempre sostenuto dal tuo incrollabile appoggio, ispirato dal tuo impegno totale, onorato dalla tua amicizia. Spero di esserci riuscito». Nesi ringrazia «i colleghi della giunta, le preziose e infaticabili collaboratrici degli uffici cultura e sviluppo economico con cui ho avuto la fortuna di lavorare in questi anni, e tutti i dipendenti della Provincia di Prato».

 

GESTRI incassa col sorriso, sfoderando fair play e una punta di ironia. Annuncia che terrà per sè le deleghe di Nesi andando incontro senza l’assessore più prestigioso all’incertisismo destino che grava sul suo ente: Monti ha condannato le province a morte e a trasformarsi se ci sarà il tempo prima delle elezioni, in un soggetto nuovo che da Prato potrebbe estendersi fino a Massa Carrara.

 

«Ringrazio Edoardo per il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni, cercando dare valore alla cultura e di proteggere le istituzioni culturali dall’aggressione che la crisi economica e i tagli ai bilanci pubblici hanno prodotto - commenta Gestri - A lui va il merito, in questa fase difficile, di aver portato l’attenzione sulla resistenza delle piccole imprese, dando forza alla voce di tanti artigiani e industriali che, insieme ai lavoratori, a Prato e nel resto del Paese lottano per superare la crisi».

 

IERI sera, per curiosa combinazione, Gestri e Nesi erano assieme al circolo di Viaccia alla presentazione del libro di Walter Veltroni «L’isola e le rose». A Nesi, che sedeva accanto all’ex segretario del Pd hanno chiesto se quello fosse il suo ultimo impegno da assessore. E lui, pronto: «No, è il mio primo impegno da non assessore». Gestri era seduto in prima fila, fra i due la cordialità non è scalfita. «Ci siamo presi in giro con messaggini per tutta la giornata», rivela un presidente in verità più disteso del solito.

 

IERI sera con Veltroni in un «covo» della sinistra, la sera di giovedì a firmare il manifesto con cui Montezemolo annuncia il sostegno al Monti bis, dove il nome di Nesi appare assieme a quelli del ministro Riccardi, di Vincenzo Camporini, Ernesto Auci, Raffaele Bonanni, Carlo Calenda, Andrea Carandini, Stefano D’Ambruoso, Lorenzo Dellai, Mario Marazziti, Salvatore Matarrese, , Andrea Olivero. Sulle agenzie era apparso l’(invero improbabile) nome di Francesco De Gregori, smentito a stretto giro dallo stesso ufficio stampa del movimento. Nel tardo pomeriggio Nesi ha cinguettato su Twitter: «Ieri ho firmato per ItaliaF, oggi dimissioni da assessore, domani mi riposo, domenica riavvio a scrivere. Non vedo l’ora».

 

MA l’obiettivo di Nesi non sarebbe quello di ritirarsi dalla vita pubblica per dedicarsi alla scrittura, come — costretto dagli eventi — fece a suo modo Niccolò Machiavelli. In città si sprecano le illazioni. «Si candiderà al parlamento con Montezemolo», la previsione più diffusa. Gli ex alleati che sembrano essersi tolti un peso, scherniscono pungenti come Antonello Giacomelli, parlamentare del Pd già democristiano di ferro: «L’avevo lasciato in una stazione, alla Leopolda, lo ritrovo su una Ferrari». Ambra Giorgi, vicepresidente della Provincia: «Non mi aspettavo né le dimissioni, né la scelta politica. Ha fatto una scelta», scandisce controvoglia. Com’è stato il Nesi-assessore? «Ha fatto il suo, quel che doveva fare, ognuno sceglie una strada per interpretare il proprio ruolo e lui ha trovato la sua».

 

IL SINDACO Roberto Cenni inquadra le dimissioni nel momento storico dell’ente in cui Nesi era confluito. «Nella situazione in cui versano le province. lo avrà fatto rendendosi conto di non avere più un futuro in quell’ente. E’ un uomo intelligente ed essendo sganciato dai partiti tradizionali avrà riflettuto di non avere alcun futuro per sé né all’interno delle nuove province né negli schieramenti politici».

 

Ilaria Bugetti, segretaria provinciale del Pd pare avere più di un sassolino nella scarpa. «La tessera del Pd non l’ha mai voluta e sì che gliel’abbiamo offerta La sua uscita ci rende finalmente chiare le idee che ha messo in campo nei libri e sui giornali e che spesso sono state in contrasto con quelle del centrosinistra».
 

 

Un colpo a Gestri? «Non faccio processi, ma non è edificante vedere che a due anni dalla fine ufficiale del mandato uno che si era impegnato per la città e il territorio fa marcia indietro e sceglie una casacca precisa».
Bugetti s’informa dove Nesi sarebbe stato quella sera stessa (ieri ndr) e avuta conferma della partecipazione alla serata con Veltroni addomestuica la frase che matteo Renzi rivolse a Walter: «Migliore come scrittore che come politico». «Ecco — punge Ilaria Bugetti — la stessa frase calza benissimo per Nesi».
 

Piero Ceccatelli